LA NAZIONE
03 novembre 2013
Ambiente
Il Coseca batte cassa ai Comuni
IL COSECA mette in mora i comuni che gli devono dei soldi. Le lettere dell’avvocato dell’azienda che gestisce il trattamento e la raccolta dei rifiuti, sono state recapitate nei giorni scorsi alle varie amministrazioni che fanno parte del Consorzio. Chi più chi meno, infatti, deve a Coseca un sacco di soldi. Fatture (scadute al 31 agosto) che ammontano a tre milioni, 144mila euro e spiccioli, risorse che Coseca deve utilizzare per chiudere l’azienda, alla luce del conferimento del ramo d’azienda di Sei Toscana, il nuovo soggetto che gestirà la raccolta dei rifiuti in Maremma. Ma non solo. E’ Andrea Bambini, presidente di Coseca, che con una lettera spedita a ogni comune spiega che, «per poter soddisfare la massa debitoria, una volta riscossi i crediti nei confronti dei Comuni, servirà un’iniezione di liquidità di euro 3.500mila che dovrà affluire con una certa tempistica alla società, in modo da permetterle di impegnarsi verso i creditori non più soddisfatti». I vertici di Coseca, quindi, chiedono un supplemento di impegno ad ogni Amministrazione, già in gravissima difficoltà per colpa della crisi. In soldoni: non solo dei rientrare dei debiti che mi devi, ma servono ancora soldi per «pagare i debiti rimasti in capo alla società. La forma più snella tenendo conto dello Statuto sociale è quella del versamento in conto capitale che potrà essere effettuato anche non in proporzione alle azioni possedute». Bambini chiede anche «responsabilità ad ogni amministratore, che ha naturalmente approvato il conferimento del ramo d’azienda, a contribuire in quota parte per fornire la liquidità necessaria per il pagamento dei debiti».
ALLEGANDO alle lettere addirittura un prospetto «nel quale viene evidenziato l’ammontare di competenza di ciascuna amministrazione che è socia di Coseca». Problemi in vista quindi, per i comuni che hanno una percentuale in Coseca che supera il 4%. Perché nel giro di sette mesi (la prima rata è in programma il 31 gennaio 2014) usciranno dalle casse dei comuni soldi che potevano essere investiti nello sviluppo o nell’occupazione. «Preme precisare – Conclude Bambini – che i nostri creditori stanno facendo pressioni per ottenere la riscossione dei propri crediti ormai scaduti e si invita pertanto a saldare per il servizio prestato alle relative scadenze».
Questa vicenda non è nuova.
Ricordo in passato di aver letto su vari documenti programmatici del COSECA le difficoltà causate dal ritardato pagamento dei servizi erogati ai Comuni soci che, se non ricordo male, obbligavano la società a chiedere anticipazioni di cassa al proprio tesoriere, sui quali pagava i relativi interessi, che andavano poi a rifinire sui Comuni e quindi, in ultima analisi, sui contribuenti.
Questa situazione, al di là delle giustificazioni che potranno essere addotte dai Comuni, finisce quindi per danneggiare due volte i contribuenti.
E’ appena il caso di ricordare che i Comuni, nella loro qualità di soci dell’impresa, dovrebbero anche vigilare sul buon funzionamento, l’economicità e sull’efficienza dei servizi erogati dal COSECA, approvando, con cadenza periodica, i piani industriali della società ed i contratti di servizio, per rendere questi impegni coerenti e sostenibili con le possibilità di ciascuna amministrazione locale.
Non è un caso che la lettera inviata in data 5 Agosto 2011 dalla BCE al Governo Italiano, allora presieduto da Berlusconi, evidenziata dal PD per manifestare l’inconcludenza del suo Governo, prevedesse la vasta privatizzazione e, soprattutto, liberalizzazione, dei servizi pubblici locali.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml
Sarebbe interessante sapere cosa intenderebbero fare in merito vecchi e nuovi leader (si fa per dire) politici nazionali e locali.
Ad esempio, qual’è la posizione del Sindaco Lidia Bai? Qualche tempo fa aveva detto che la presenza del “pubblico” è una garanzia per i cittadini. Dichiarazione piuttosto in contrasto con quella del suo (ex) leader Perluigi Bersani, da me condivisa, secondo la quale è il servizio che è pubblico, non chi lo gestisce.
Visti gli impegni assunti con l’Europa, la BCE e le dichiarazioni di riformismo, come dire, più avanzato e condivisibile del PD, che posizione intenderà rappresentare il nostro caro Sindaco nel consiglio dei soci del COSECA e di Sei Toscana?
Sarebbe interessante saperlo e magari, perchè no, discuterne approfonditamente in consiglio comunale