IL TIRRENO
30 ottobre 2013
Panorama politico
Un risultato ancora appeso a un filo Congresso Pd: non bastano i voti, contano i delegati all’assemblea. E si rischia di dover andare ancora alle urne
C’è una novità importante riguardo all’esito dei congressi Pd in Maremma. Da Firenze ieri hanno confermato che il numero (superiore) dei voti ottenuti da un candidato non si traduce per forza nella sua elezione a segretario provinciale. Questo quando il margine sull’avversario è esiguo, proprio come nel caso di Grosseto. Le 46 preferenze di vantaggio (non 42, c’è stata ieri una correzione sul dato di Marsiliana) della Pinzuti su Simiani, insomma non sarebbero garanzia di vittoria. Ma andiamo a spiegare perché. L’assemblea provinciale del Pd sarà come sempre enorme per numero di delegati. Alla fine i membri dovrebbero essere 250. I 200 eletti nei congressi a cui si assommeranno i 28 segretari delle unioni comunali (anch’essi eletti), i 13 membri della commissione provinciale di garanzia, i sette istituzionali (Marras, Alessandri, Bonifazi, Piandelaghi, Matergi, Bramerini e Sani) e i portavoce dei Giovani Democratici (Rustici) e delle donne Pd (da nominare, perché scaduta). Al momento la situazione parla di un sostanziale pareggio in fatto di delegati eletti nelle liste collegate ai due candidati: 99 a 98 per Barbara Pinzuti con tre posti ancora da assegnare. Il metodo D’Hondt infatti non funziona là dove si pareggia e c’è quindi la necessità di individuare un criterio addizionale fino a ora non stabilito. La ripartizione dei delegati è infatti altra cosa rispetto al riequilibrio. I tre posti di delegato su cui ci sarà da dibattere sono: il secondo di Monterotondo Marittimo dove la sfida è finita 30 a 15 per Simiani, il delegato di Baccinello che ha registrato un pareggio (9 a 9) e infine il delegato di Castell’Azzara dove il congresso non si è svolto. Nella peggiore delle ipotesi Simiani andrà sotto di 4 membri. Più probabile, però, che la sfida si chiuda 101 a 99. Poi ci sono i 28 segretari delle unioni comunali, anch’essi eletti. Qui, volendo mettere le bandierine, ne risultano 15 per Simiani, 12 per la Pinzuti e 1 (Cristiano Vadi – Orbetello) ritenuto ecumenico. Facendo l’ultima sommatoria emergerebbe di nuovo una sostanziale parità. Ora siccome l’articolo 5 (comma 14) del regolamento regionale per i congressi prevede che venga eletto segretario provinciale il candidato collegato alla maggioranza assoluta di delegati eletti nell’assemblea ecco che si ripresenta il dubbio di chi ha vinto, accertato a questo punto che a far fede – secondo i cervellotici legislatori del Pd – non sono i singoli voti conseguiti, come qualcuno riteneva fino a oggi. Il riequilibrio, tenendo conto dei cosiddetti membri per funzione (previsto all’articolo 12 comma 2 dello statuto regionale), non cambierebbe infatti di una virgola la proporzione percentuale – e quindi il numero dei delegati – a vantaggio dell’uno o dell’altro. La risposta – cioè la soluzione al problema – arriverebbe al comma 15, che così recita: «Qualora nessun candidato segretario abbia conseguito la maggioranza assoluta, tutta l’assemblea territoriale (compresi a quel punto anche i delegati di funzione, i garanti e i membri di diritto – ndr) elegge il segretario territoriale con un ballottaggio a scrutinio segreto». La soluzione, forse, è contarsi di nuovo. Stavolta tra grandi elettori. Senza infiltrazioni.