IL TIRRENO
30 ottobre 2013
Panorama politico

 

 

CHI VINCE NON È CHIARO CHI PERDE SI

 

 

Ad oggi ancora non si sa chi ha vinto il congresso provinciale del Pd. Ma una cosa si sa: chi ha perso. Hanno perso tutti. Il risultato finale di 50 a 50, voto più voto meno, consegna alla Maremma un Pd diviso a metà come una mela: non sarà facile per il segretario (o la segretaria) guidare un partito con metà assemblea e metà direzione a favore e metà contro. Facciamo fatica a capire cosa abbia da esultare una segretaria uscente che, dopo aver guidato il partito a lungo, vince (o perde) di 40 voti su 3500. Con interi paesi che non la vogliono più. Facciamo fatica a capire di cosa possa lamentarsi uno sfidante dell’area che vola sull’onda del successo quasi ovunque che vince (o perde) di 40 voti su 3500. Con tanti dei suoi che non l’hanno scelto in modo scientifico. Facciamo la stessa fatica della gente simpatizzante (i potenziali elettori, insomma) a capire come si possano moltiplicare le tessere allargando il voto a stranieri inconsapevoli e lavoratori stagionali, a inviare sms a pioggia usando indirizzari riservati, a cambiare un garante la sera prima del voto e poi questo se ne va a metà operazioni portando via i fogli come si faceva da piccini col pallone. Facciamo la stessa fatica della gente simpatizzante a capire il clima di violenza verbale fra esponenti dello stesso partito. Erano altri tempi, ma Berlinguer e Almirante si rispettavano di più. E quindi facciamo fatica a capire come un Pd così possa affrontare le vicine elezioni in 17 Comuni su 28. E quelle, meno vicine ma neppure troppo lontane, della città capoluogo. Forse a prendere in mano la situazione dovranno essere molti dei nuovi eletti alla guida delle Unioni comunali, alcuni dei quali sono giovani e pieni di entusiasmo. Sono loro le uniche note positive. Un po’ poco.

 

 

 

 

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