di Massimo ARTINI
Parlamentare M5S

 

 

Le Società della Salute sono consorzi pubblici di servizi socio sanitari territoriali e sono nate come sperimentazioni protraendosi nel tempo senza una precisa struttura né pianificazione negli interventi sui territori di competenza.

Sono “carrozzoni” che non dovrebbero esistere con la targa costitutiva di consorzi tant’è che la Corte Costituzionale, con sentenza 326 del 2010, dichiarò incostituzionali tali consorzi. Successivamente, la stessa corte, ha respinto il ricorso dei legali della Regione Toscana contro la sentenza. Pertanto l’attuale sistema posto in essere dalla Regione Toscana disattende le decisioni di una Corte Costituzionale. Inoltre, proprio di questi giorni, è notizia di un decreto ingiuntivo del Prefetto, che obbliga la chiusura di questi consorzi.

La Corte dei Conti dichiara testualmente: “Le Società della Salute non sembrano aver avuto un significativo impatto sulla programmazione socio sanitaria regionale e sulla relativa distribuzione delle risorse,” confermando i dubbi sulla funzionalità di queste strutture.” ed aggiunge “D’altra parte, anche nelle zone ove la sperimentazione è più avanzata i dati di accesso alle strutture ospedaliere non sembrano influenzati, per quanto riguarda la popolazione anziana, dalla presenza dei consorzi stessi. Gli anziani, infatti, continuano a costituire una fetta significativa degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri ospedalieri.” Quindi i servizi territoriali ascrivibili alla Società della Salute hanno inciso poco o per niente su questa problematica!

In considerazione di tutto questo vi è ancora la necessità di discutere se mantenere in vita enti che numericamente sono più delle ASL? È scandaloso considerare che su un totale di 450.000€ di spese per il personale, ben 194.000€ sono riconducibile al compenso del direttore Dott. Laura Peracca. Complici di tutto questi sprechi sono tuttora i nostri amministratori che continuano a tenere in vita questi “poltronifici”.

Ed allora la nostra domanda si fa ancora più pressante: cos’è che spinge degli amministratori comunali, che tutti i giorni vediamo piangere su finanziamenti tagliati, su stanziamenti che non vedranno mai più, a partecipare attivamente alla dilapidazione di soldi pubblici attraverso l’ennesima società pubblica che per sopravvivere ha bisogno di più ossigeno (fondi) di quanto è in grado di offrire (servizi)?

 

 

 

 

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