Fonte: IL TIRRENO

24 ottobre 2013

 

Rubrica: Panorama politico

«Queste divisioni rischiano di pesare sugli enti locali» Congresso Pd, Pinzuti a cuore aperto: «Simiani candidato senza confronto, la Bramerini non parla del territorio»

 

i Gabriele Baldanzi GROSSETO Barbara Pinzuti senza freni e senza giri di parole. Il congresso è anche questo. Lei teme che la battaglia congressuale possa riverberarsi sugli enti locali? «Non lo dico io. Sono i fatti. A Grosseto, per esempio, è stata organizzata una conferenza stampa per presentare i candidati Simiani, Sensi e Migliaccio e poi si è finito per attaccare la giunta, il Comune. Il pericolo che un certo modo di fare, di esprimersi, si riverberi sulle amministrazioni, sui sindaci, esiste. E tutto parte dalla divisione, così marcata, sul livello provinciale». Aveva la percezione che esistesse una frattura così profonda? «Vorrei essere chiara, visto che non lo sono gli altri. Nell’ultima direzione del Pd, io mi sono messa a disposizione. Ho fatto una relazione in cui spiegavo cosa aveva funzionato nei tre anni precedenti e dove invece si deve migliorare. Non pretendevo ovazioni ma un confronto a viso aperto. Sono la prima a dire che si può fare di più, che le fibrillazioni in alcuni territori hanno prodotto un minore impegno in altri territori. Forse è legittima l’aspettativa di una maggiore presenza del segretario, non solo fisica, in certi momenti. Ecco, in quel contesto, a fronte di questa disamina – che conteneva anche autocritica – non ho sentito levarsi proposte diverse, contrarie, oppure idee di sintesi che prevedessero altri percorsi». Vabbè, Simiani era quasi scontato che la sfidasse… «Sì, ma la sua candidatura, la sua mozione, è nata senza un confronto sulle questioni di attualità che sono centrali per il Pd. Poi una fetta di partito, con diversi dirigenti e istituzionali, ha fatto questa cena-riunione e ha deciso di accodarsi. Tutto fuori dal partito. Alla faccia della trasparenza. Per me la trasparenza passa dal confronto negli organismi interni, dove chi è eletto rappresenta la base, i tesserati». Ci poteva essere un’altra candidatura, alternativa alla sua e a quella del presidente di Rama? «Certo, perché no. Magari anche una sola, di sintesi. Ma non ne ho mai avuto riscontri». La Bramerini le contesta la richiesta di dimissioni all’esecutivo e, in altri passaggi, di non aver lavorato per unire, facendo un po’ la partigiana… «Rispetto questa opinione e resto serena. Se devo essere sincera, però, da chi ha un profilo così importante, da chi fa l’assessore da 20 anni, mi aspettavo semmai una riflessione sulle politiche per il territorio. Quindi il fatto che mi vengano mosse contestazioni di metodo, di forma e non di contenuto, di sostanza, mi fa pensare che alla fine non ho lavorato così male. Penso che Anna Rita Bramerini non abbia apprezzato il fatto che sull’autostrada la sottoscritta l’abbia criticata apertamente per aver deciso senza sentire il territorio e la base del Pd. Poi già che ci siamo ricordo che negli ultimi 3 anni, il Pd maremmano ha ottenuto anche dei successi. Non secondari, non scontati. Per esempio ha ripreso (insieme agli alleati) diversi comuni dove governavano gli avversari». Si farà o no questa sfida in tv con Simiani? «Ha rifiutato. Era tutto pronto ma ha preferito declinare l’invito. Vorrei capire il motivo ma lo immagino… Mi sarebbe piaciuto parlare con Marco di Pd e partecipate, di Pd e imprenditoria, della chiusura della Provincia e di come il partito gestirà il 2014, e ancora di Alta Maremma e Grossetocentrismo». Ultime tre domande a risposta secca. Il Pd del futuro e il rapporto con gli amministratori. «Autonomia reciproca ma dialogo continuo. E ricordo a Simiani che anche lui è amministratore in tre società partecipate pubbliche…». Le primarie. «Sono favorevole. A patto che non ci siano candidati di mestiere, candidati una volta all’anno, candidati a tutto solo perché “me lo chiedono”. Anche perché chi si candida a ogni giro vuol dire che la volta prima ha perso…». Pd e partecipate. «Qui davvero Simiani predica in un modo e razzola in un altro. Prendiamo Rama, sommersa dai debiti. I sindaci e la sottoscritta gli chiedono di liquidarla e lui cosa fa? Orecchi da mercante e propone di rilanciarne l’azione come società contenitore del patrimonio della Provincia. Stessa cosa per E-life: i sindaci chiedono che il pubblico esca dalla compagine sociale e invece si continua a tergiversare».

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