Fonte: IL TIRRENO

23 ottobre 2013

 

Rubrica: Panorama politico

«Ora è il momento di dire cosa non va» Simiani e Sensi replicano a Sani: «Non cerchiamo noi lo scontro. Ma il congresso serve proprio per fare meglio»

 

GROSSETO Marco Simiani e Christian Sensi, chiamati in causa, due giorni fa, dal deputato Luca Sani, additati come “sordi” ai ripetuti richiami all’unità del partito e “ostili” all’amministrazione comunale del capoluogo, ieri hanno replicato all’onorevole massetano. Marco Simiani. «Non sono mai stato uno che strappa, che rifiuta il dialogo, che scava fossati. Non è proprio il mio identikit – commenta Simiani – in questa fase si vuole fare una fotografia del Pd e della città capoluogo che non esiste nei fatti. L’ambizione del nostro progetto, da sempre, è quella di mettere insieme le varie anime e sensibilità del partito, avviare un processo di cambiamento a tutti i livelli. E il rinnovamento deve investire non solo la classe dirigente, ma anche il metodo. Il Pd oggi è il partito dei dirigenti, a me piace quello dei volontari. Chi sceglie Simiani come segretario deve sapere che lavorerò per creare un Pd diverso, innanzitutto distinguendo e collegando due piani: il governo del territorio e l’esecutivo del partito, con quest’ultimo che deve essere di stimolo, supporto, ma anche propositivo e critico». «Sani e la Pinzuti proseguono da settimane ormai in un’azione tambureggiante, arrembante. Nove volte su dieci la buttano sui nomi, sul personale. Non ci sto. Ci accusano di fare campagna congressuale contro il Comune di Grosseto, ma non è così. La mia lealtà al sindaco, come all’onorevole, è stata sempre totale. Questo, però, non significa che ci dobbiamo tutti appiattire su posizioni incondivisibili, facendo finta di non vedere ciò che non funziona. Ho girato la provincia in questi giorni. Ho trovato un partito deluso, ho riscontrato scarsa partecipazione, poco dibattito. Abbiamo perso in pochi anni 20 mila voti in provincia, 6 mila a Grosseto. La guida del Pd locale non può essere assolta in nome dell’unità. Mi dispiace. Io e altri abbiamo una visione diversa rispetto a chi c’è stato fino a oggi e siamo certi di poterla affermare». Poi il programma: «Primarie ad ogni appuntamento, riorganizzazione dei circoli, partito come centro di ascolto, recupero delle relazioni tra provincia e città». Christian Sensi. «Mi dispiace per le dichiarazioni di Sani – sono parole di Christian Sensi, presidente Arci, candidato alla segreteria dell’unione comunale di Grosseto – giudicare, dare patenti di affidabilità, avvelenare i pozzi, sono tutte azioni che, a prescindere da chi vincerà, lasceranno strascichi nel Pd locale. Capisco e giustifico questo con la tensione del congresso, anche se – ripeto – non mi entusiasmo di fronte alla personalizzazione e alla radicalizzazione dello scontro». Sulle critiche al Comune l’avvocato non fa passi indietro: «Il governo della città arriverà certamente al 2016 e noi lo sosterremo, ma bisogna pensare anche al dopo, a rivincere… e io – al di là di problematiche economiche e questioni politiche – noto delle difficoltà relazionali, uno scollamento con la città reale. Se non è questo il momento per dirlo quando e dove dobbiamo dirlo? O forse si preferisce nascondere la polvere sotto al tappeto?». Poi Sensi integra il concetto di ‘#Futuro Pd’ già espresso da Simiani. «Il partito è la cinghia di trasmissione delle amministrazioni. Due cose diverse eppure collegate. Il Pd ascolta, elabora, pungola, poi è chiaro la differenza devono farla gli uomini e le donne che stanno negli enti locali, così come a Firenze e a Roma. E non va dimenticato che dobbiamo sempre favorire una selezione dei migliori, anche quando questi stanno fuori dal nostro recinto». «Non mi convince infine il discorso della ricerca dell’unitarietà a prescindere». Sensi, se verrà eletto segretario comunale del Pd, indirà un congresso di Arci, dimettendosi dalla carica attuale di presidente provinciale. Gabriele Baldanzi

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