Qualche giorno fa, sui quotidiani locali, si riportava notizia che sarebbero in corso le solite trattative politiche locali tra PRI e PDL (o Forza Italia che sia) per coalizzarsi in vista delle prossime elezioni amministrative di primavera.
I quotidiani indicavano in Luca SANTINI, Alessandro GIULIANI e Umberto MARRAMI i rappresentanti del PRI ed in Guido Mario BIAGINI e Claudio BAGNOLI quelli del PDL.
Si sono dimenticati, però, di ricordare che cosa accadde nel 2009, proprio all’indomani del voto.
PRI e PDL, presentatisi insieme alla elezioni dopo aver sbandierato unità di programmi e di intenti, al PRIMO CONSIGLIO COMUNALE si divisero clamorosamente per volere di Marrami, formando due Gruppi Consiliari autonomi.
Ma due Gruppi Consiliari dove l’uso della parola “gruppo” può dirsi una figura retorica (che si chiama “iperbole”) poiché, in realtà, sono entrambi formati da UN SOLO componente…
Che PRI e PDL si apprestino a fare la stessa cosa del 2009?
Qua mi sembra TUTTO una figura retorica….
E’ un fatto non commentabile; in un momento in cui da ogni parte si cerca di rinnovare, in cui a livello nazionale i partiti tradizionali vacillano e trovano difficoltà a proporre volti nuovi, qui ci si mette a tavola davanti alla solita minestra oltre tutto alla fine di una legislatura che non depone certo a favore di certe formazioni.
.
Infatti. E guardando la situazione dal punto di vista matematico, più che iperbole la chiamerei parabola. Discendente, però…
.
Secondo informazioni ufficiose arrivate alla mia attenzione, è probabile che Forza Italia dia il proprio nulla osta alla lista che il PRI farà con i “centristi” Guido Mario Biagini e Claudio Bagnoli.
Da questa ed altre situazioni si evince con chiarezza che il ritorno a Forza Italia, che secondo Berlusconi avrebbe dovuto comportare un profondo rinnovamento dei quadri dirigenti ed il recupero dei valori liberali e liberisti della sua originaria discesa in campo, si risolverà probabilmente nell’ennesimo fiasco.
Consiglio a Berlusconi di non approfittare troppo della sua popolarità e di cominciare ad organizzare il suo partito secondo criteri meritocratici più che di fedeltà al capo ed ai cosiddetti leader locali, perchè molta gente che l’ha votato, come lo scrivente, comincia a stancarsi di questa situazione e la prossima volta, piuttosto che turarsi il naso per l’ennesima volta, potrebbe decidere di non andare a votare