LA NAZIONE
17 ottobre 2013
Panorama politico
«Pd, no a una guerra per bande»
La candidatura di Simiani? «Dubbio legittimo». Il sostegno alla Pinzuti? «Il Pd è sempre alla ricerca di giovani e donne per i propri quadri dirigenti e lei ha entrambe queste caratteristiche». Lo smacco più grande? «Non aver sollevato alcun dibattito nelle sedi opportune». Alla vigilia dei congressi delle Unioni comunali del Pd, Luca Sani parte lancia in resta e dice la sua sul prossimo congresso provinciale. Togliamoci subito il dente: la vicenda sul conflitto d’interesse nei confronti del candidato renziano Marco Simiani non è stato un gran biglietto da visita per il Pd.
«Io credo che le regole esistano per essere rispettate. Anche la candidatura della Pinzuti è stata sottoposta ad osservazioni in termini di leggittimità, ma, evidentemente, i rilievi più pesanti hanno riguardato quella di Simiani. E, a parte la soluzione offerta dagli organi regionali del partito, la questione politica resta. Simiani è tuttora ai vertici di un’azienda, la Rama, la cui nomina dipende dalla politica, e che perciò la vedo mal conciliabile con la carica di segretario provinciale del Pd. Credo che rinnovamento della politica significhi anche fare bene il mestiere che si è chiamati a fare».
Si spieghi meglio.
«Rama ha un debito di 8 milioni di euro, i soci pubblici, ovvero Comune e Provincia, mi sembra che abbiano dato indicazioni precise su E-life. Inoltre con Simiani il debito dell’azienda è aumentato. Credo che Simiani prima debba portare a compimento questo suo ruolo poi, eventualmente, cimentarsi in altri compiti. E poi Simiani negli ultimi 15 anni si è candidato praticamente a tutto. Se questo modo di fare è il rinnovamento, beh allora mi tengo il vecchio».
Mi sembra evidente il suo orientamento per la Pinzuti.
«Nel Pd si dice sempre di dare spazio ai giovani e alle donne e non capisco perché una componente del nostro partito eserciti una sorta di ostracismo nei confronti di Barbara Pinzuti, che ha queste due caratteristiche e che inoltre in questi tre anni ha allargato le posizioni di governo del Pd sul nostro territorio».
Perdendo però per strada migliaia di voti.
«Ma questa non è un’anomalia del Pd maremmano, ma una situazione generale e diffusa in tutta Italia. Il problema è un altro».
E quale?
«Nell’ultima direzione la segretaria uscente, dopo la relazione di fine mandato, ha dato la propria disponibilità a ricandidarsi. In quella sede non si è sollevata nessuna voce contraria, poi si scopre che, poche ore dopo, alcuni dirigenti presenti in direzione erano a una cena dove si è dato via libera alla candidatura di Simiani in contrapposizione a quella della Pinzuti. Non capisco perché in provincia di Grosseto ad ogni passaggio si debba mettere in discussione la classe dirigente. Perché, al momento, non sono affatto note le ragioni di questa operazione. C’era la direzione per fare chiarezza, ma nessuno ne ha approfittato: si è preferito trovare altre sedi per continuare in questa guerra per bande a cui qualcuno vorrebbe ridurre il Pd, senza invece dare vita a un partito che abbia un obiettivo comune: quello del governo del territorio».
Per la prima volta lei e il presidente della Provincia Leonardo Marras vi trovate su piani contrapposti.
«Il quadro è cambiato. Sono cose che in politica succedono. Mi dispiace del fatto che non ci sia stato un confronto alla luce del sole in seno agli organi dirigenti del partito. E comunque Marras ha fatto una scelta di campo, ovvero quella di aderire al progetto di Matteo Renzi».
Ma ora c’è un partito da rilanciare.
«Appunto. La politica vive un periodo difficile che non ha certo risparmiato Grosseto, ma se lo scopo sociale, diciamo così, di una forza politica è quello di governare ecco credo che il Pd con la segreteria Pinzuti sia riuscito nell’intento, soprattutto perché ha riconquistato realtà come Manciano e Gavorrano perse recentemente. Sono d’accordo con lei che bisogna ritornare alla normale dialettica di partito, ma non mi sembra che tutti abbiano intenzione di deporre le armi».
In che senso?
«Prima dell’inizio dei congressi ho invitato tutti a dialogare sui contenuti e i renziani si sono blindati con lo slogan ‘noi ci mettiamo la faccia’, a questo ci aggiungiamo il recente ostracismo nei confronti della Pinzuti, che, peraltro, sta continuando perché mi risulta che in certi Comuni si fa di tutto per non far presentare alla segretaria la sua lista. Ecco non mi sembra che ci sia il clima adatto per fare del prossimo congresso una franca, ma serena dialettica interna».
Mi sembra di capire che l’onorevole Sani non morirà renziano.
«L’apporto di Renzi sarà importante se, in un processo virtuoso, riuscirà a portare nuovo consenso al Pd. Detto questo io all’interno del dibattito del prossimo congresso mi collocò nel profilo di una sinistra riformista europea».