LA NAZIONE
09 ottobre 2013
Panorama politico
Il presidente Marras diventa renziano «Non posso votare chi mi ha già deluso»
DA IERI è ufficiale: il presidente della Provincia, Leonardo Marras ha aderito al progetto di Matteo Renzi, visto che ha firmato la candidatura del sindaco di Firenze a segretario del Pd.
Presidente dai corteggiamenti, lei era presente anche alla grande kermesse di Renzi al Moderno, siamo passati all’idillio?
«In realtà continuo ad avere una mia visione politica, e poi sono troppo grasso per indossare la casacca dei renziani. A parte le battute, pur non essendo un renziano ortodosso, siamo in un’altra fase: il profilo è cambiato e non siamo più nelle primarie. Ora c’è un’altra partita da giocare, quasi un altro sport: c’è in palio il futuro del Pd. Non si tratta più di andare a cercare consensi con un camper, ma c’è, da parte di Renzi, una vera e propria volontà di cambiare il partito dall’interno».
Ma perché schierarsi ora?
«Io sono un iscritto del Pd e il mio sostegno a Renzi è come semplice votante, tanto più che non mi sento di poter essere candidato alla lista nazionale che lo sosterrà. Però sono anche un amministratore, ho una responsabilità. Perciò credo che sia anche un mio dovere dire alla gente quello che penso, sottoponendomi anche a giudizio».
Perché ha sottoscritto la candidatura di Renzi?
«Fondamentalmente per tre ragioni. La prima è che voto per una persona che forse mi deluderà, ma non posso votare per chi mi ha già deluso. Per me Bersani, dopo le elezioni, ha sbagliato, se non tutto, molto. Perciò quella componente politica lì probabilmente rischia di reagire male un’altra volta. Nel decalogo che ho firmato io prima della primarie, era chiara una forte richiesta di cambiamento che non è stata interpretata in maniera sufficiente. Anzi, anche ora mi sembra che a Roma il dibattito sia condotto dai soliti. Ecco perché sono convinto che il congresso possa dare un segno di discontinuità anche in questo senso, sempre però nel rispetto della diversità di opinione».
La seconda ragione per cui voterà Renzi?
«Perché credo che sia in grado di incarnare un centrosinistra capace di essere alternativo al centrodestra e soprattutto di batterlo alle elezioni per poi governare. In caso contrario si corre un rischio concreto».
Quale?
«Di bloccare il quadro politico attuale. Sono d’accordo sul fatto che ci sia bisogno di stabilità, ma ora Letta deve dare un segnale chiaro a chi lo sostiene da sinistra. Dobbiamo stare attenti però all’assuefazione. Pensare a una sorta di restaurazione, con l’area socialdemocratica da una parte e i moderati dall’altra, alleati insieme, in grado di bloccare il quadro politico per i prossimi anni sarebbe sbagliato. È un errore rinunciare al bipolarismo».
E la terza ragione?
«Siamo in Toscana e se Renzi sarà leader avremo una responsabilità in più: definire nell’azione di Governo locale la nostra idea di riformismo. Nonostante la crisi e i vincoli europei dobbiamo aprire una nuova stagione anche in Toscana, mettendo al centro i territori con la condivisione necessaria per lo sviluppo e la coesione sociale»
Presidente, a livello locale come si schiererà?
«La discussione rischia di essere strozzata da tempi troppo stretti. Qui non mi pare che esistano condizioni di diversità sostanziali sui contenuti, serve un nuovo slancio e spero che su questo si recuperi un profilo unitario».