Fonte: CORRIERE DI MAREMMA
24 settembre 2013
Il piano regionale dei rifiuti dimostra che la Toscana non vuol risolvere i problemi
Il Piano regionale dei rifiuti, approvato di recente dalla Giunta regionale, secondo la presentazione del presi- dente Rossi e dell’assessore Bramerini, sarebbe un piano che ci portiera alle vette europee per gestione dei rifiuti. Purtroppo gli obiettivi fissati al 2020 – raccolta differenziata al 70%, incenerimento al 20% e discariche al 10% – dimostrano che la volontà di risolvere in maniera efficace il problema dei rifiuti non c’è. Questa volontà deve fare i conti con quella delle società che gestiscono gli impianti e li si blocca la prospettiva. Infatti la Regione Toscana, che già oggi dovrebbe essere per legge al 65% di raccolta differenziata e che tra le ultime regioni italiane non raggiunge neppure il 40%, che decide di investire 530 milioni di euro per gli impianti contro i 160 milioni per incrementare la raccolta differenziata, che prevede di incenerire rifiuti fino al 20% rispetto all’attuale 13%, che contro ogni logica proiezione prevede un incremento assoluto dei rifiuti di oltre il 5%, come pretende di farci credere che stiamo affrontando il problema con responsabilità? Il sindaco di Capannori, Del Ghingaro, commenta amaramente le indicazioni del piano e si rammarica del fatto che Rossi, rispetto a quanto affermava recentemente in pubblico a Capannori, abbia cambiato cosi radicalmente le sue posizioni. Noi pensiamo che abbia ceduto alle pressioni dei sostenitori degli impianti, coni quali e possibile lucrare a spese dei cittadini e dell’ambiente. Anche Rossano Ercolini, direttore del Centro ricerca Rifiuti Zero di Capannori (insignito lo scorso aprile del Goldman Environment Prize 2013) e molto duro con il piano e con Rossi, chiedendo tra l’altro che non si dica più che sono i comitati ad essere irresponsabili e non collaborativi. Rifondazione Comunista di Grosseto manifesta la sua op- posizione a un piano che non vuole affrontare con coerenza l’argomento, perché non afferma l’assoluta priorità del porta a porta e la necessità di costruire impianti per la filiera delle materie prime seconde e per il Tmb (Trattamento meccanico biologico). Si chiede anche che il piano, prima della sua discussione in Consiglio regionale, sia posto alla discussione dei sindaci, visto soprattutto che gran parte di loro stanno riflettendo sulla concreta prospettiva di attuare il sistema porta a porta.