Fonte: CORRIERE FIORENTINO
20 settembre 2013
Rubrica: Sanità
Piccoli ospedali, il piano che divide i sindaci
di GAETANO CERVONE I piccoli ospedali della Toscana non chiuderanno. Ma cambieranno il tipo di assistenza che forniranno ai pazienti, che in molti casi non ci troveranno più la chirurgia d’urgenza. Lo prevede il Piano Sanitario dell’assessore Luigi Marroni, che ha dovuto far fronte a due esigenze: risparmiare e provare a garantire l’eccellenza del modello toscano. Si è iniziato dagli ospedali più piccoli, con meno di ioo posti letto. In Toscana ne sono quattordici, situati in zone montane e periferiche. Non si possono chiudere, la Regione – assicura Marroni – non li vuole chiudere, ma cambiarne le «missioni». Una riconversione che per molti significherà l’addio alla chirurgia di urgenza: Pronto soccorso garantito, ma in presenza di interventi complessi le ambulanze si dirigono negli ospedali centrali. Per questo (ma non solo) i sindaci sono preoccupati. Temono che sia l’inizio dello smantellamento dei piccoli ospedali. Eppure la maggior parte di questi ha firmato il «patto territoriale», l’accordo con assessorato e Asl sui servizi che saranno garantiti ai cittadini. Ovvero cosa cambierà per i pazienti. Andiamo a vedere.
La riforma dei piccoli ospedali entra nel vivo. E cresce il livello dello scontro tra i sindaci e l’assessore regionale alla sanità Luigi Marroni. Ieri in commissione sanità sono stati ascoltati i sindaci «ribelli», quelli che chiedono lo stop immediato alla riforma, che a loro parere significherebbe una sola cosa: la chiusura degli ospedali. Oggi, invece, accanto all’assessore Marroni che presenterà i patti territoriali dove sono scritte le future funzioni dei quattordici piccoli ospedali della Toscana ci saranno glialtri sindaci, quelli che hanno sottoscritto l’accordo. E che lo sostengono. Il fronte dei sindaci non è per nulla compatto. I patti territoriali sono stati firmati da tutti, ma in tanti continuano a contestarli, preparando anche il ricorso al Tar. Ma qualcuno comincia a defilarsi. Mentre negli ospedali della regione la riforma è già partita. E l’assessore Marroni che oggi sarà affiancato dai direttori generali delle Asl tira diritto.
Provincia di Pistoia
L’incubo di ogni sindaco si chiama San Marcello Pistoiese. Perché qui hanno chiuso le sale operatorie. Non solo della chirurgia di urgenza, anche quelle per gli interventi programmati: «Solo la metà dei 24 posti letto veniva utilizzata, ed erano pochissimi pazienti della montagna pistoiese – spiega il direttore generale dell’Asl 3 di Pistoia, Roberto Abati – Ma quello di San Marcello pistoiese è e resterà un ospedale, chi sostiene il contrario dice il falso, creando preoccupazioni immotivate». Al Pronto Soccorso di San Marcello sono trasportati gli infortunati delle piste da sci della montagna pistoiese: per questo motivo sarà incrementata la presenza di ortopedici. Restano le tre postazioni per la dialisi (utilizzata anche dai turisti), i cittadini potranno continuare a fare radiografie e Tac e usufruire degli ambulatori specialistici utilizzati in questi anni.
Provincia di Pisa
La protesta dei sindaci è guidata dal primo cittadino di Volterra, Marco Buselli, che dopo un lungo braccio di ferro con Regione e Asl di Pisa ha firmato il patto territoriale per gli ospedali riuniti di Santa Maria Maddalena: «Tutti i servizi che i cittadini trovavano nei mesi scorsi, continueranno a trovarli in futuro» assicura il direttore generale Rocco Donato Damone. Dagli ambulatori al pronto soccorso, dalla ginecologia alla urologia, fino alla possibilità di fare le chemioterapie. Nessun servizio andrà a regime ridotto, fatta eccezione per la chirurgia d’urgenza: anche qui i pazienti più gravi saranno stabilizzati per poi essere mandati all’ospedale di Pisa. La polemica tra il primo cittadino e l’azienda sanitaria è sulla destinazione della futura Casa della salute (ulteriori ambulatori con medici di famiglia e posti letto per degenze post-operatorie): il sindaco non la vuole all’interno dell’ospedale, temendo che questo sia l’inizio di una totale riconversione in maxi-ambulatorio.
Provincia di Grosseto
Il piano messo a punto dall’Asl di Grosseto coinvolge anche gli ospedali di Massa Marittima e Castel del Piano, prevedendo la chirurgia di urgenza nei soli ospedali di Grosseto, Orbetello e Massa Marittima. Cambia però la tipologia degli interventi programmati: a Grosseto i casi più complessi, Orbetello si specializzerà sugli interventi di anca e ginocchio, a Massa Marittima la chirurgia ortopedica della mano e del piede, mentre a Casteldelpiano e Pitigliano (niente interventi di urgenza) si continuerà a fare chirurgia dermatologica, ortopedica e oculistica.
Provincia di Arezzo
Niente più operazioni di urgenza negli ospedali di Bibbiena (zona Casentino), Cortona (Valdichiana) e Sansepolcro (Valtiberina), dove si faranno interventi programmati di bassa e medio complessità e soltanto dal lunedì al venerdì. Restano tutti gli altri servizi, dalle dialisi all’oncologia, compresi i Pronto soccorso, dove non saranno però più portati pazienti in condizioni gravi. Le autombulanze saranno dirette all’ospedale di Arezzo.
Provincia di Carrara
Gli ospedali «gemelli» di Fivizzano e Pontremoli cambieranno le funzioni. I patti territoriali non sono stati ancora discussi, ma nel cassetto del direttore generale dell’Asl di Massa Maria Teresa De Lauretis c’è il piano che prevede la chirurgia di urgenza a Pontremoli e quella programmata a Fivizzano, al cui interno ci saranno anche posti letto per la riabilitazione messi a disposizione dalla Fondazione Don Gnocchi. A Fivizzano ci sarà il ridimensionamento il Pronto Soccorso, poiché tutti i casi gravi saranno trasportati direttamente a Pontremoli.
Provincia di Livorno
Qui il piccolo ospedale è un caso particolare, perché si trova sull’isola d’Elba. Ed una vera e propria rivolta era esplosa lo scorso autunno, con la salita sul tetto dell’ospedale di Portoferraio dei sindaci e i successivi accordi. Una sorta di pre-patto territoriale, che ha portato sette medici in più, con gli anestesisti passati da tre a sei. Sarà mantenuto inoltre il punto nascita e rafforzato il Pronto Soccorso.
Provincia di Siena
Ad Abbadia San Salvatore niente chirurgia d’urgenza mentre quella programmata sarà fatta soltanto in regime di week surgery, sale operatorie aperte solo dal lunedì al venerdì. Continueranno ad essere garanti Pronto soccorso e i servizi di radiodiagnostica, dialisi, day hospital oncologico, endoscopia digestiva, centro prelievi.
Provincia di Firenze
Nel capoluogo il piccolo ospedale è il Serristori di Figline Valdarno: il patto territoriale non è stato ancora firmato, ma il direttore generale dell’Asl Paolo Morello ha già disposto la riorganizzazione: sale operatorie chiuse nel fine settimana e riduzione della chirurgia di urgenza.
Provincia di Lucca
Il destino (e le funzioni) degli ospedali di Barga e Castelnuovo dipenderanno dall’apertura del nuovo ospedale di Lucca, a febbraio.