Il miglior modo per fare i soldi lavorando poco o niente è fare il POLITICO DI PARTITO [si, perché non tutti i politici sono tali].
Non importa essere né onesti, né in gamba.
E non serve neppure puntare ad alti livelli; è sufficiente trovarsi ad amministrare un piccolo ente pubblico e far diventare le sue casse un forziere da espugnare.
A nulla conta tenere alla propria dignità o impegnarsi seriamente per ciò che si è chiamati ad amministrare.
Basta fare ogni cosa, piccola o grande che sia, con l’occhio attento a dirottare TUTTE O QUASI le risorse economiche nella direzione esatta ordinata dal partito.
Senza criticare o commentare; men che mai se ci si accorge di star assecondando una “porcata politica”.
E’ per questo, ad esempio, che nascono cantieri edili inutili o di comodo per i quali si affida la progettazione a precisi professionisti [disposti a progettare proprio ciò che si è già deciso di progettare] e si appaltano i lavori a precise imprese costruttrici [disposte a realizzare proprio ciò che si è già deciso di realizzare].
Il partito beneficia di tutto questo in termini di TANGENTI di ritorno da professionisti, imprese costruttrici e imprenditori.
E’ per questo, poi, che si mostra riconoscente nei confronti di quel politico che ha favorito l’attuarsi del progetto imposto dall’alto consentendogli di fare strada e di guadagnare di più, ovvero riconoscendogli il “dovuto” sotto banco.
Merita un discorso a parte chi ha un lavoro dipendente. Costui, non certo tutti, una volta diventato POLITICO DI PARTITO e poi amministratore, si affretta a correre via dal lavoro rifugiandosi nella così detta “aspettativa” che spesso si rivelerà definitiva.
Neppure più gli auguri di Natale al proprio superiore si ricorda di fare…
Dalle nostre parti, state tranquilli, non mancano certo esempi di quest’ultima categoria di POLITICO DI PARTITO.
Taluni hanno lasciato il proprio posto di lavoro (in banca) quando ancora non c’erano nemmeno i computers ed altri (in Provincia) quando le strade non erano ancora asfaltate…