tratto da www.corriere.it
Perquisizioni e sequestri in tutta Italia.
Falsificati i documenti a favore di imprenditori indebitati col Fisco o con l’INPS.
ROMA – Avrebbero «taroccato» le carte in modo da bloccare le procedure di esecuzione immobiliare a carico di imprenditori «amici» indebitati con il Fisco o con l’Inps in cambio della promessa di tangenti. Per questo cinque funzionari di Equitalia, imprenditori e professionisti sono finiti sul registro degli indagati con l’accusa di corruzione. Una corruzione «sistemica, seriale: un metodo», sottolinea il procuratore aggiunto Nello Rossi. Grazie all’inchiesta «è stata individuata una rete di contatti» e quindi si ipotizza che gli episodi siano molti di più di quelli (una decina) ricostruiti finora.
GLI INDAGATI – Sul registro degli indagati sono finiti Roberto Damassa, ex direttore generale del Lazio, Salvatore Fedele, impiegato di Roma che Equitalia ha sospeso, il commercialista Domenico Ballo, l’imprenditore Romolo Gregori, rappresentante legale della Gresa srl, e il consulente (e mediatore) Alberto Marozzi. Secondo la Procura di Roma i funzionari di Equitalia avrebbero garantito una serie di «indebiti vantaggi fiscali a professionisti o titolari di impresa» consistiti, almeno fino al maggio 2012, «nella rinuncia», da parte dell’ente di riscossione, «a esecuzioni immobiliari intraprese a fronte del mancato adempimento di obblighi erariali o nel garantire l’accesso al beneficio della dilazione di cartelle esattoriali». Insomma, i funzionari di Equitalia avrebbero accolto, pur in mancanza di requisiti, le istanze di rateizzazione delle imposte, mentre in altri casi avrebbero fatto apparire come versati, da parte degli imprenditori «amici», i contributi previdenziali dei dipendenti all’Inps. In un caso anche con la manomissione deldatabase dell’Istituto. I favori elargiti avrebbero assicurato ai dipendenti dell’ente di riscossione bustarelle da un migliaio di euro, ma solo come anticipo.
LE PERQUISIZIONI – Su ordine dei pm Francesca Loy e Francesco Ciardi, titolari dell’inchiesta, 29 perquisizioni sono scattate giovedì mattina a Genova, Venezia, Latina, Roma, Napoli e in centri più piccoli come Tivoli. Setacciati uffici e abitazioni dei cinque indagati e di altri di 13 dirigenti delle agenzie di riscossione tributi, imprenditori e professionisti. Fra gli altri il Nucleo valutario della Finanza, guidato dal generale Giuseppe Bottillo, ha perquisito Francesco Pasquini, direttore regionale della Liguria dopo essere stato al vertice di Equitalia Lazio. Il dirigente non è indagato ma con lui, si legge nel decreto della Procura, «i favoritismi raggiungevano l’apice». Secondo i pm infatti Pasquini «dimostrava in più occasioni di agevolare la situazione debitoria delle persone fisiche e giuridiche che gli venivano sottoposte, di volta in volta, da Roberto Damassa».
LA NOTA – «Equitalia – si legge in una nota – sta già collaborando con gli inquirenti affinché venga fatta piena luce sui fatti oggetto di indagine e sulle eventuali responsabilità. A tal fine, rimarrà a disposizione per fornire tutti i documenti e le informazioni necessari e procederà a porre in essere le opportune iniziative a tutela della funzione pubblica dell’agente della riscossione e della propria immagine».