Fonte: LA NAZIONE
18 settembre 2013
Rubrica: Panorama politico
«Ma quali 5 vele? Qui è tutto degradato»
ACQUE AZZURRE e ambiente incontaminato: queste le prerogative che hanno permesso al Lago dell’Accesa di ricevere anche quest’anno le cinque vele di di Legambiente e Touring Club . A suggellare la scelta poi l’interessante giornata ricca di iniziative sella «Goletta dei Laghi», la campagna nazionale di Legambiente per il monitoraggio dello stato di salute dei bacini lacustri. Eppure qualcosa non quadra, «non è tutto oro quello che luccica». Per Franco Tognarini, gestore dell’unico punto ricettivo, il «Giardino del Lago», questi sarebbero « solo riconoscimenti di natura politica che nulla hanno a che vedere con la realtà di forte precarietà in cui si trova la zona». Dieci chilometri quadrati di terreno intorno al Lago, osserva Tognarini, «senza un solo bagno, costringendo le oltre cinquecento persone, per lo più stranieri, che nel periodo estivo ogni giorno frequentano il lago, a nascondersi dietro un cespuglio. L’assurdo — tuona Tognarini — è che il Comune considera questa un’area protetta, di interesse comunitario e di importanza regionale invitando i frequentatori a non accendere fuochi, a non gettare rifiuti fuori dagli appositi contenitori, elevando multe anche salate a chi incautamente osa far fare il bagno al proprio cane e poi tollera che l’area circostante sia, per forza di cose, trasformata in un indecoroso bagno pubblico a cielo aperto». Ma Tognarini non si ferma: «Non meno disastrata è la vasta area archeologica oggetto di scavi trentennali con tutte le strutture in legno divelte e rubate. Proprio l’area archeologica assieme al Lago — sostiene Tognarini — avrebbe potuto trasformarsi in un’occasione per dare occupazione ad almeno una quindicina di giovani. Sarebbe stato sufficiente accettare le varie proposte presentate al Comune, sempre puntualmente respinte, di creare una cooperativa locale, fuori da qualsiasi schema politico, sia per curare il disastrato ambiente che circonda le sponde del lago, sia per offrire sicurezza ai turisti colpiti quasi giornalmente da furti nelle auto». La zona, conclude Tognarini, andrebbe gestita in maniera diversa: «servizi efficienti, l’area archeologica curata e valorizzata, favorire l’apertura almeno di un punto di ristoro munito di servizi igienici, così al turismo estivo si affiancherebbe un turismo didattico».