Fonte: IL TIRRENO

17 settembre 2013

 

Rubrica: Altro

Lo sfottò di Borgo diventa “casus belli”. Cittavecchia scrive a sindaco e rettore: «Hanno fatto festa nella nostra piazza. Regole violate, Società dei Terzieri a rischio»

 

di Paola Villani MASSA MARITTIMA La sottile linea tra una presa in giro e una vera e propria festa trasforma Borgo e Cittavecchia in Guelfi e Ghibellini. Il Balestro del Girifalco non finisce mai con la proclamazione del vincitore, non è mai stato così e mai lo sarà. Peccato però che dai festeggiamenti, e dai classici sfottò post vittoria, alle polemiche il passo sia molto breve. Così il 2013 verrà ricordato per l’accusa di intrusione in territorio altrui, compiuta dal vincitore del 111º Balestro, il Terziere del Borgo, colpevole di aver fatto festa in piazza Garibaldi, luogo che gli storici confini del Balestro attribuiscono al “dominio” di Cittavecchia e dove dunque regole ataviche vietano severamente agli altri Terzieri di celebrare le proprie vittorie. Così, almeno, leggono l’episodio i cittavecchini, perché per i borgaioli quella non era la festa vera e propria ma la scampanata della vittoria, classica presa in giro dei primi classificati nelle strade degli avversari. «Niente da eccepire sulla goliardia messa in campo nelle vie _ spiega il priore di Cittavecchia, Dino Montemaggi _ tant’è vero che in piazza Cavour un nutrito gruppo di cittavecchini ha atteso i vincitori e ha offerto loro da bere, nel classico rispetto delle parti. Rispetto che poco dopo non è stato ricambiato da parte dei borgaioli quando, terminata la scampanata, in piazza Garibaldi hanno dato vita a un vero e proprio spettacolo di festeggiamento che, a parere nostro, non aveva più niente a che vedere con la tradizionale presa in giro». «Novanta minuti di spettacolo», li definisce il priore Montemaggi, che _ a prescindere dalla modalità (schiuma party) poco consona a una piazza del Duecento, hanno “invaso” senza preavviso il territorio altrui, disconoscendo il capitolo 7 dello Statuto, regolamento base del Balestro. Perché Borgo non ha chiesto agli avversari la possibilità di far festa in piazza del duomo? «Non entriamo in merito alla buona fede che può aver indotto il Terziere di Borgo _ continua il priore _ a organizzare l’evento in questione, ma certamente esso non è stato improvvisato, visto che già nel tardo pomeriggio le transenne per la delimitazione dello spazio da occupare e il mezzo che poi ha sparato la schiuma erano posizionati nella piazza Garibaldi». Ora c’è il rischio della crisi diplomatica, di rapporti ad alta tensione. Addirittura _ sempre secondo Cittavecchia _episodi simili potrebbero portare alla rovina della Società dei Terzieri. Così la polemica, messa per iscritto da Montemaggi in una lunga nota, approda sulla scrivania del sindaco, del rettore e degli altri due priori, ma anche e soprattutto nelle mani del Magistrato, organo esecutivo della Società dei Terzieri, al quale i cittavecchini chiederanno spiegazioni formali. Dalla parte avversa, dal Borgo cioè, si riservano di riunirsi per dare una risposta a quanto dichiarato dal priore Montemaggi. La lettura dell’episodio è però chiaramente diversa, per i borgaioli quella era una semplice scampanata terminata in piazza Garibaldi come tante ce ne sono state in passato: «Non c’era nessun tentativo di provocare il terziere Cittavecchia», spiega il priore del Borgo, Luciano Bartolozzi. Non manca poi da parte dei cittavecchini il colpo finale lanciato contro l’amministrazione massetana: «È vero che piazza Garibaldi è di proprietà comunale. Ma quando si tratta di Terzieri, è necessaria una attenzione in più. Inoltre, con l’autorizzazione rilasciata al Terziere di Borgo anche l’amministrazione comunale ha sancito un pericoloso precedente». In tutta risposta il sindaco Lidia Bai, stanca forse di tutte le polemiche che quest’anno hanno tirato in ballo proprio l’utilizzo della piazza (dalla chiusura a ferragosto, passando per la festa della birra fino alla lirica) dice che l’unica soluzione è riportare la questione in consiglio comunale. «Serve maggiore serenità. E comunque _ chiosa Lidia Bai – con queste polemiche non si fa altro che dare un’immagine non positiva della nostra città».

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