LA NAZIONE

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-09-09

 

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Olimpia, una bambina fatta in casa. Innovativo parto fra le mura domestiche. La piccola «conserva» placenta e cordone per giorni

 

A RACCONTARE la storia a La Nazione è il papà della piccola Olimpia, Luca Tauro, trentottenne romano che vive a Grosseto, per lavoro, con la moglie e la figlioletta Ginevra di cinque anni.

«La nostra bambina sta bene — afferma Luca —. E’ nata secondo il metodo Lotus Birth. Si tratta di una tecnica nuova e che in molti ospedali, anche a Grosseto, non viene utilizzata. Per questo io e mia moglie abbiamo deciso di far nascere Olimpia a casa». Il neo papà racconta di essere venuti a conoscenza della pratica del Lotus Birth all’incirca due anni fa: «La nostra prima figlia è nata in ospedale con il parto tradizionale naturale. Nell’arco degli anni ci siamo resi conto che la bimba aveva un sistema immunitario indebolito e si ammalava spesso. Abbiamo cominciato a documentarci e abbiamo scoperto che i bambini che nascono con la placenta sono molto più robusti dei bimbi cui viene reciso il cordone ombelicale al momento del parto. Abbiamo scoperto l’associazione Lotus Birth Italia e l’esistenza di questa pratica dolce che permette alla mamma di dare alla luce il proprio bambino con la placenta».

A QUEL PUNTO i due genitori hanno deciso di far nascere la loro seconda figlia con la pratica Lotus Birth. «Un mese prima del parto — spiega Luca Tauro — abbiamo parlato con i responsabili del reparto di ginecologia dell’ospedale di Grosseto per chiedere se c’era la possibilità di far nascere la nostra bimba al Misericordia, il parto in un presidio ospedaliero è sempre più protetto. Ma mi è stato risposto che nell’ospedale grossetano questo metodo non viene applicato. Così ci siamo organizzati per far nascere Olimpia a casa nostra». La coppia ha cercato un’ostetrica che conoscesse la tecnica Lotus Birth. «Abbiamo contattato un’ostetrica, Polina Zlotnik, che lavora a Pisa. Polina fin da subito si è dimostrata molto professionale, poi abbiamo acquistato una piscina gonfiabile, per dare la possibilità a mia moglie di partorire in acqua». E finalmente è arrivato il grande giorno.

«Il 30 agosto — continua papà Luca — mia moglie ha cominciato ad avere le doglie intorno alle 21,30, abbiamo contattato l’ostetrica che è arrivata poco dopo con un’assistente. Olimpia è nata in acqua alle 23.45, con la placenta e senza recidere il cordone ombelicale. Io assistito a tutto il parto, è stato molto emozionante. Nei giorni seguenti abbiamo atteso che il cordone e la placenta si staccassero dalla piccola in maniera naturale».

Infine, un desiderio: «Abbiamo deciso — confida Luca Tauro — di raccontare la nostra storia perché sarebbe bello che tutti conoscessero questo metodo di parto che accoglie il neonato nel modo più dolce possibile e soprattutto per sensibilizzare la Regione a finanziare la tecnica così da essere applicata anche negli ospedali».

Maria Brigida Langellotti

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