LA NAZIONE

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2013-09-08

 

ALTRO

Il «Progetto» dei disoccupati funziona. In 15 hanno già trovato un impiego. A Gavorrano un’associazione riunisce chi ha perso il posto: cento soci

 

di GIANLUCA DOMENICHELLI

HANNO PERSO il lavoro, ma non la speranza di ritrovarlo. E hanno pensato che insieme sarebbe stato più facile. Così, unendo le forze, qualcuno c’è già riuscito. L’associazione disoccupati «Progetto Lavoro», costituita a Gavorrano, in pochi mesi di attività può già contare sull’adesione di un centinaio di persone e tra loro almeno quindici ce l’hanno fatta a trovare un’occupazione, seppur a tempo. La scintilla dell’associazione di promozione sociale è nata da Dino Mondei, 62 anni, ex operaio alla Solmine e ex sindacalista. Mondei, com’è nata l’idea? «A Gavorrano la situazione è davvero grave: centinaia di disoccupati in pochi anni. E in un piccolo Comune il disagio si fa sentire ancor di più. Non c’è solo il classico disoccupato stagionale, ma tante famiglie numerose alle prese con lunghi periodi senza lavoro: oltre alla mancanza dello stipendio, c’è da considerare anche l’aspetto psicologico. Così abbiamo fatto gruppo, ci siamo ritrovati: prima al bar, una decina di persone. Da lì è nato tutto». E il gruppo, da ristretto, si è subito allargato. Giusto? «Stare insieme, unire le famiglie, dà tranquillità. Siamo partiti con un piccolo progetto per aiutarci sul piano pratico: scrivere i curricula, chiedere le indennità di disoccupazione, calcolare le spettanze dovute per i licenziamenti. C’è voluto tempo per costruire qualcosa. E siamo arrivati al 5 maggio: quel giorno alla Casa del Popolo di Gavorrano abbiamo costituito la nostra associazione di promozione sociale Progetto Lavoro. Adesso siamo un centinaio: non solo gavorranesi, c’è pure tanta gente dai Comuni vicini. La potenzialità dell’associazione è immensa. L’obiettivo è diventare una realtà provinciale: ne ho parlato con il presidente Marras, mi ha garantito il suo appoggio. La mia sensazione è che nessuno, per anni, si sia occupato in modo serio dei disoccupati. E chi perde il lavoro si sente abbandonato. Proviamo a fare qualcosa mettendoci insieme: è anche una voce di protesta, una cassa di risonanza». Quali servizi potete garantire ai vostri associati? «Stiamo portando avanti tante iniziative, a partire dal rapporto con gli uffici di collocamento e i centri per l’impiego fino ai contatti diretti con le aziende. Proprio questo è il nostro obiettivo: rivolgerci direttamente ai datori di lavoro per mettere a disposizione curricula e competenze di chi cerca un impiego. Inoltre forniamo un notiziario mensile con tutte le informazioni utili ai disoccupati: normative, corsi di formazione. E’ nata una bella cosa che sta portando a risultati concreti: sono soddisfatto, anche perché è tutto volontariato». Qual è l’identikit del vostro socio? «C’è di tutto. Dal giovane in cerca di prima occupazione al cinquantenne con figli a carico buttato fuori dall’azienda dopo una vita di lavoro. Agricoltura, industria e edilizia, uno dei settori più colpiti». E i risultati sono arrivati. «Sì, grazie al nostro impegno collettivo qualcuno ha trovato lavoro nel commercio e in strutture ricettive: quindici casi in pochi mesi. Non a tempo indeterminato, ma è già qualcosa. Ora spero che qualche grande azienda ci dia una mano. E il 31 ottobre alla Casa del Popolo faremo la nostra prima manifestazione: una serata di Halloween, aperta a tutti, anche ai bambini, con cena e musica. E il ricavato andrà alle famiglie dei nostri soci».

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