tratto da www.liberoquotidiano.it
“Aboliamo il canone Rai“. Il sogno di milioni di italiani potrebbe diventare realtà grazie all’Unione Europea. Il Parlamento europeo ha accolto una petizione italiana per abolirlo. Si apre dunque in sede europea una discussione sul tema. La proposta leghista di abolire il canone Rai ha infatti incassato un primo sì a Bruxelles. Il Parlamento Europeo ha ufficialmente accolto e dichiarato ammissibile la petizione promossa dall’europarlamentare leghista Mara Bizzotto e dal Clirt (Comitato per la Libera Informazione Radio Televisiva) di Marostica ed ha chiesto alla Commissione Ue di aprire un’indagine sul tema. La petizione di Bizzotto e Clirt era stata depositata nel dicembre 2012 supportata da migliaia di firme.
Breccia a Bruxelles – La proposta del Carroccio è chiara: abolizione del canone e apertura di una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia per violazione della libera concorrenza. La Commissione Petizioni dell’Europarlamento, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), ha dato il via libera ufficiale all’ammissibilità delle questioni sollevate. “Si tratta di un risultato storico che premia la nostra battaglia per cancellare la tassa più odiata dagli italiani – spiega Bizzotto –. Dall’Europa arriva una decisione storica che, per la prima volta, mette in discussione l’anomalia tutta italiana del canone Rai. Una prima volta che infrange finalmente quel muro di gomma che ha sempre avvolto questa vera e propria ‘rapina di Stato’ che, si badi bene, ruota attorno ad un Regio Decreto del 1938″.
Ma non c’è bisogno di abolire nessun canone !!
Come riferì nel 1997 il Ministro dell’Industria Bersani quando fu liberalizzato il settore elettrico, in modo ben maggiore di quanto prescriveva la relativa direttiva comunitaria, E’ IL SERVIZIO CHE E’ PUBBLICO, NON CHI LO GESTISCE.
Se la pensa ancora così, sono d’accordo con lui oggi come lo fui allora.
Ne deriva quindi, per logica deduzione, che E’ IL SERVIZIO DI INFORMAZIONE E TRASMISSIONE RADIOTELEVISIVA CHE E’ PUBBLICO, NON LA RAI.
Qualora si volesse mantenere canali di informazione di pubblica utilità, che rispettassero determinati parametri definiti da un contratto di servizio, basterebbe indire un bando di gara competitivo nel giro di 2 o 3 anni, che assegnasse tale servizio per un determinato periodo di tempo (ad esempio 10 o 15 anni). Chi vince, per quel determinato periodo di tempo, è il gestore del servizio pubblico radiotelevisivo e potrebbe incamerare il canone. Come avviene negli Stati Uniti d’America.
Voglio proprio vedere come farebbe la RAI a mantenere, a spese del contribuente, quella mastodontica e sovradimensionata struttura che conosciamo.
Vogliamo scommettere che PD e PDL non sarebbero d’accordo?