LA NAZIONE

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-09-05

 

AMBIENTE

ARPAT Moria di pesci nel canale «Le aziende non collaborano»

 

LE AZIENDE della Piana del Casone non sono state in grado di individuare la causa della moria di pesci registrata il 4 agosto scorso nel canale Solmine, al Puntone. Così anche in questo caso non sarà possibile risalire ai responsabili di quanto accaduto. A chiarire alcuni aspetti della vicenda è Arpat che bacchetta gli imprenditori scarlinesi: «La moria di pesci — dicono dall’agenzia — si origina dalle acque industriali. La causa potrebbe essere un’immissione anomala da parte delle aziende che utilizzano il canale, ma è doveroso prendere atto che gli imprenditori interessati non sono stati capaci di individuarne l’origine. Facciamo tutto il possibile per trovare le cause ma senza il contributo delle aziende questo risulta molto difficile». Dai risultati delle analisi di Arpat non emergono infatti elementi che possano indicare la causa della moria: l’unica cosa certa è che nelle acque di scarico era presente cloro attivo, anche se in concentrazioni non tossiche (almeno al momento del sopralluogo), e che la temperatura risultava elevata ma compresa nei limiti. «Intanto — continuano da Arpat — la società Nuova Solmine a nome delle quattro aziende titolari di scarichi idrici nel canale (Nuova Solmine, Scarlino Energia, Tioxide e Acquedotto del Fiora ndr.) ha trasmesso la proposta di monitoraggio in continuo della qualità delle acque del canale che dovrà essere attivata in tempi brevi». Nell’attesa le aziende avranno l’obbligo di comunicare ad Arpat i tabulati delle sostanze utilizzate nelle loro attività.

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