LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-09-04
PANORAMA POLITICO
NEL PD IL ROTTAMATORE «CONQUISTA» BASTIANINI E BORGHI. IN PRIMA LINEA SIMIANI «Renzi come Tony Blair e Zapatero La segreteria non preclude la leadership»
di MATTEO ALFIERI
GLI È BASTATO scendere dal pullman per dare uno scossone alla nomenklatura del Pd. Matteo Renzi è fatto così. Dopo aver «conquistato» gran parte dell’Emilia Romagna «rossa», ha piantato la bandierina alla festa dell’Unità di Bologna decretando di fatto la fine del vecchio Pd. Applausi a scena aperta non soltanto dal pubblico, ma anche dalla dirigenza del «suo» partito. Quello stesso partito che ostacolò la sua ascesa alla segreteria e che adesso vuole aprirgli le porte per rianimare una dirigenza che ha estremamente bisogno di un leader. Il comizio chiuso con una frase ad effetto («Io non mi sono candidato per prendere il partito, ma per restituirvi il partito») apre in pratica scenari diversi. E anche la Maremma si allinea. Si allinea sull’onda del «renzismo» dilagante, che accantona i falsi problemi e va faccia a faccia con la gente. Che alla fine è quello che vuole e che pretende dopo anni di Berlusconi. E che Marco Simiani, coordinatore provinciale dei comitati di Matteo Renzi, ripete anche oggi. «Non avevo dubbi — inizia — che Matteo riuscisse a conquistare la parte del partito che ancora nicchiava. In questo anno è stato più volte appellato come uomo di destra e che parlava solo per interessi personali. E invece ha dimostrato che non era così». Simiani allarga il tiro: «Lavoriamo da mesi a questo progetto. Lo facciamo con Posto pubblico dove ascoltiamo e discutiamo accettando chiunque voglia venire alle nostre assemblee. Lavorando per il Pd, non il contrario come pensa qualcuno». Il prossimo spartiacque è quindi il congresso. Con la data del 25 novembre ormai decisiva per sapere che fine farà il Pd: «Un percorso che però deve iniziare prima — prosegue Simiani — magari il 20 settembre quando ci sarà l’assemblea del Pd come dice lo statuto». Un percorso, quindi. Che si contrappone per qualcuno, ma che si sovrappone per altri. «Matteo Renzi punta alla segreteria del partito — chiosa Simiani — che però non gli precluderà nulla. Anche la leadership del futuro governo. Un percorso nel partito, come hanno fatto i vari Blair e Zapatero, va benissimo». Una linea che in pratica è la stessa di Area Dem, i popolari di sinistra che tengono in alto la bandiera di Dario Franceschini. Quello stesso Franceschini che ha dato pieno appoggio al sindaco di Firenze proprio dal palco di Bologna. Anche il vicesindaco di Grosseto Paolo Borghi fa un passo avanti verso il rottamatore: «Non rinnego il mio appoggio in passato a Bersani — dice — ma dopo le parole di Franceschini lo scenario è cambiato». Per Giancarlo Bastianini, esponente di Area Dem in Maremma: «Si tratta di un’operazione intelligente anche se Franceschini ha fatto una distinzione tra Governo e partito. Mi auguro comunque che Matteo diventi segretario ma non è escluso che le due cariche vengano divise». Bastianini, però, si pone altri quesiti: «Il Pd Toscano e anche quello maremmano adesso si trovano di fronte a un bivio. Prima di tutto dovrà scegliere la sua leadership alla luce di questi nuovi cambiamenti». Barbara Pinzuti, o chi per lei, batta un colpo.