LA REPUBBLICA
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-09-03
ECONOMIA
Il retroscena Nell’agenda di Antonella la ricerca di soci alleati “Attiverò i miei contatti…”
ALLA nuova Fondazione Mps, guidata da Antonella Mansi e da un board a maggioranza femminile, la comunità finanziaria assegna il più ingrato dei compiti per Siena e la Toscana: liquidare dopo 500 anni di dominio assoluto il controllo della comunità senese sulla «sua» Banca. Fino a pochi mesi fa l’Ente aveva la maggioranza assoluta, più del 50% delle azioni della Banca, ora è sceso al 33,4%, nel giro di poco dovrà «crollare»
sotto il 10% secondo il presidente dell’azienda di credito Alessandro Profumo. Strada obbligata, pare, per una Fondazione vincolata a ripianare un debito di 350 milioni — accumulato per far fronte a due ricapitalizzazioni nell’effimero tentativo di non perdere il dominio — e che sarà costretta ad assistere da spettatore alle prossime ricapitalizzazioni, senza incassare un euro di dividendi, senza poter distribuire soldi al territorio. Come fosse un Ente commissariato, con le mani legate. A meno che… C’è solo una incerta e impervia via d’uscita. E’ la missione che Siena affida a Mansi. Lei lo sa.
La strada è quella che il sindaco di Siena, Bruno Valentini, primo «socio di riferimento» della Fondazione, mette in cima all’agenda di lavoro del nuovo presidente dell’Ente. E’ una sorta di scouting nel mondo imprenditoriale toscano e italiano: lavorare per trovare «capitali amici»,
imprenditori che possano, come in passato hanno fatto Unicoop Firenze e famiglia Aleotti, rilevare quote significative di partecipazioni azionarie in Banca Mps e costituire con la Fondazione uno zoccolo duro che mantenga in «mani fedeli» la governance dell’azienda di credito. Chi meglio di un imprenditore toscano, vice presidente di Confindustria ed ex vertice degli industriali toscani, può guidare questa azione di scouting? Chi meglio di lei può farlo in una terra che in alcuni settori, come quello del lusso ad esempio, mantiene nicchie di redditività, possibilità alta di investimento e interesse a preservare il radicamento sul territorio della Banca? E’ questa la mission di Antonella Mansi. Lei ne sembra consapevole. «Non sono stata scelta solo per questo, ma certo anche perché faccio parte di una rete di relazioni, lavoreremo anche su questo fronte», si limita a dire nel giorno della sua nomina,
nel quale si è imposta di non entrare nel merito delle questioni più scottanti.
Occhi verdi come fanali, eccellenti capacità di comunicazione, con un debole — dicono — per scarpe, ballo e musica elettronica. Ma prima di tutto manager e imprenditore di successo, caparbia. «Sono consapevole
dell’importanza e della difficoltà della missione, ma anche determinata, e felice della nomina per la mia categoria. Penso però che prima di entrare nel merito delle questioni io debba studiare bene i numeri e mi debba confrontare con gli organi tecnici e amministrativi della Fondazione» aggiunge Mansi,
che è convinta di dover affrontare di petto il compito. «Convocherò quanto prima le riunioni tecniche e la deputazione, incontrerò il presidente uscente» racconta l’imprenditrice, che ha risolto la prima delle due possibili incompatibilità, quella dell’obbligo di residenza in provincia di Siena, assumendo una «convivenza virtuale» con un suo storico amico imprenditore di Chiusi, Giannetto Marchettini, e che risolverà la seconda dimettendosi entro 30 giorni — come vuole lo statuto dell’Ente — dalla presidenza di Banca Federico Del Vecchio e da altri possibili incarichi amministrativi conflittuali con quello a cui è stata nominata ieri. «Sono grata alla Federico Del Vecchio, mi dimetterò nei tempi chiesti ma senza danneggiarla» dice.
Banca Mps ha fretta di ricapitalizzare. Se ci fossero soggetti disponibili a investire in Mps, Profumo avrebbe già aperto le
porte, c’è poco da scegliere, «prendiamo quello che viene» ha detto il presidente della Banca. Per questo, Mansi sa che non c’è tempo da perdere se si vuol tentare di mantenere il radicamento dell’azienda di credito. «Conosco le aspettative del territorio e ho consapevolezza della sfida che ci attende, c’è un grande lavoro da fare, spero che possa contare la competenza e la qualità delle persone con cui sono chiamata a lavorare. Ho le
mie idee, e ritengo che sia importante cominciare subito» dice Mansi, che è anche contenta di poter guidare un board di «grande qualità» e a maggioranza femminile: «Sul mercato del lavoro aumenta sempre di più il numero delle donne capaci e in grado di affrontare le difficoltà. Non dovremmo più sorprenderci quando donne vengono chiamate a svolgere ruoli come questo. E non dovremmo più stupirci della loro giovane età». Intanto, però, le «sue donne», le collaboratrici dell’azienda di famiglia a Scarlino, dove ieri Mansi ha atteso la notizia della nomina, le hanno fatto un «omaggio di genere », come a rimarcare che ancora oggi ha un significato speciale quando una donna sale alle leve di comando. «Mi hanno regalato dodici bellissime rose rosse — racconta — un dono stupendo».