CORRIERE DI MAREMMA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-09-03

 

PANORAMA POLITICO

Stoppato il regolamento

 

GROSSETO – I dietrologi ci vedranno l’ennesima puntata della guerra politico-istituzionale che contrappone pezzi del Pd ad altri. Chi ha la memoria lunga dirà: “L’avevo detto”, richiamando gli “avvisi” dati in consiglio comunale sul rischio che il regolamento urbanistico venisse nuovamente bloccato da Regione e Provincia. Conferenza paritetica Al di là di tutte le possibili riscotruzioni, resta la notizia: la giunta regionale e quella provinciale hanno deciso di ricorrere alla conferenza paritetica interistituzionale per dirimere “alcuni elementi di criticità presenti nel regolamento urbanistico di Grosseto”. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa ieri dagli assessori regionale e provinciale Anna Marson e Marco Sabatini, che parlano di “opportunità di chiarimento” cercando di spegnere sul nascere i fuochi di una polemica che, invece, difficilmente sarà contenuta. Che significa l’attivazione della commissione paritetica? Ruc sotto accusa Fondamentalmente che le parti di regolamento urbanistico “incriminate” vengono di fatto stoppate. Il “regolamento lumaca”, approvato il 27 maggio senza troppi festeggiamenti, torna dunque sotto la lente di ingrandimento dei due enti sovraordinati al Comu ne. Così parlò Colomba “La Regione tornerà sopra questo regolamento urbanistico e ristabilirà la verità”, preconizzò il 27 maggio il consigliere di opposizione Luigi Colomba, che parlò di “operazione in perdita” e di una maggioranza “incapace di compiere scelte coerenti”. Non è dato sapere se l’ex assessore della giunta Antichi abbia la sfera di cristallo o la vista lunga, fatto sta che – per dirla alla Di Pietro – c’ha azzeccato. I punti controversi Sono tre, fondamentalmente, i punti sui quali Regione e Provincia hanno deciso di ricorrere alla commissione paritetica per vederci più chiaro: alcuni interventi previsti sulla spiaggia di Marina “tali – si legge nel comunicato – da pregiudicare la salvaguardia del sistema donale”; la scelta del consiglio comunale di differenziare tra capoluogo e frazioni costiere la quantità minima di metri quadri perla realizzazione di nuove case “che – scrivono Regione e Provincia – potrebbero incentivare la nascita di seconde case lungo la costa”. Infine sotto la lente anche alcune norme collegate alla disciplina del territorio aperto. “La decisione – si legge nel comunicato congiunto – è stata presa a valle di una proficua attività di collaborazione col Comune, grazie alla quale è stato possibile superare alcuni profili di incoerenza con il Pit e il Ptc già rilevati dagli uffici regionali e provinciali nella fase successiva all’adozione del regolamento urbanistico”. “Abbiamo apprezzato – si affretta a precisare l’assessore regionale Anna Marson – la capacità dimostrata dall’amministrazione locale di risolvere i più rilevanti elementi di contrasto con il Pit evidenziati dall’osservazione regionale e siamo certi che il ricorso alla conferenza costituirà un’ulteriore occasione di confronto costruttivo per chiarire e risolvere alcuni limitati e specifici aspetti di criticità tutt’ora presenti”. Anche l’assessore provinciale Marco Sabatini getta acqua sul fuoco delle prevedibili polemiche politiche: “Credo sia necessario procedere in tempi brevi per consegnare alla città di Grosseto uno strumento che nel suo complesso attende da tempo. Il ricorso alla paritetica quindi non rappresenta un aggravio delle procedure, ma un’opportunità per meglio chiarire esclusivamente alcuni elementi”. Il caso delle micro-case A balzare maggiormente agli occhi è la critica, sollevata da Regione e Provincia, di aver adottato scelte che possano fa vorire lo sviluppo delle seconde case lungo la costa. La questione si era presentata in tutta la sua problematicità già il 16 gennaio scorso, quando il consiglio comunale esaminò l’osservazione al ruc presentata dalla Provincia. Il punto politicamente più controverso di quella osservazione era il numero 6, relativo all’articolo 81 delle norme tecniche di attuazione. Nel regolamento urbanistico adottato a marzo 2011 si stabiliva che il frazionamento delle abitazioni “non può comportare la realizzazione di unità immobiliari ad uso abitativo con superficie utile lorda (sul) media inferiore ai 60 metri quadri nelle aree urbane; 40 nelle frazioni di Marina, Principina a mare e Alberese; 70 nel territorio aperto”. Uri orientamento su cui la Provincia ha avuto molto da dire ritenendo che questa differenziazione non fosse che l’anticamera di un nuovo impulso alle seconde case. Il 9 gennaio il consigliere Colomba presentò un emendamento (non ammesso perchè arrivato in ritardo) che sosteneva la scelta del Comune considerando “definitivo colpo di grazia” impedire una differenziazione di metri quadri fra le case in città rispetto alla costa. Il 15 gennaio il Pd, per non dare l’idea di rincorrere l’oppozione, con l’allora capogruppo Panfi raccolse le firme di un quinto dei consiglieri per chiedere la votazione separata di quel punto dell’osservazione rispetto al resto. Per Colomba uno sfregio, tanto da avvisare la maggioranza del rischio di una invalidazione di tutto il lavoro e della convocazione di una conferenza paritetica. Proprio quel che è successo. In ballo, però, ci sono anche altri aspetti del ruc. A partire dalla previsione della posa di ombrelloni in un tratto di spiaggia nella zona delle colonie, dove è presente una fascia dunale di pregio. E poi la conversione in civili abitazioni di una parte di rta e cav in territorio aperto. Tanto basta per avere la conferenza paritetica interistituzionale e per far aprire una nuovo fronte velenoso.

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