LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-09-01
PANORAMA POLITICO
I Consorzi di Bonifica? Rischiano di diventare autoreferenziali
LA RIFORMA dei Consorzi di Bonifica. Ne parlerà domani l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini durante una conferenza stampa a Firenze. Una rivoluzione che, secondo una legge regionale di dicembre, ha riformato i Consorzi di Bonifica: saranno ridotti da 33 a 6 i soggetti che si occupano di un’attività fondamentale a presidio della sicurezza del territorio. La legge regionale, nel rispetto della normativa nazionale, ha anche avviato il processo per migliorare l’efficienza dell’intero sistema dei Consorzi, mentre il 30 novembre si svolgeranno le elezioni per scegliere i membri elettivi delle assemblee consortili. Il punto sulla riforma verrà quindi trattato dall’assessore Bramerini. Ma contro di questo cambiamento si fa dura la presa di posizione del presidente grossetano di Italia Nostra, Michele Scola.
«LA NUOVA legge sui Consorzi di Bonifica aggraverà lo scempio del territorio. Questi enti che da tanto tempo sono indicati come inutili e onerosi, vengono solo apparentemente riformati, affinché tutto resti come prima. La loro presenza fa probabilmente molto comodo ai politici locali — commenta Scola —. La nuova legge li rafforza in enti quasi autoreferenziali, con una vasta capacità operativa, in grado di gestire milioni di euro all’anno, da poter sperperare con la scusa della messa in sicurezza del territorio. Ogni progetto approvato acquisirà i caratteri di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, anche senza una loro effettiva consistenza: questo aprirà la via alle deroghe nei confronti di ogni tipo di vincolo e le ruspe potranno scavare gli alvei senza rendere conto della distruzione di beni paesaggistici o naturalistici».
L’ASSOCIAZIONE a tutela dell’ambiente e del paesaggio fa quindi sentire la propria voce prima di questo cambiamento. «I Consorzi di Bonifica saranno più forti di prima, pronti a a scavare e rettificare gli alvei con le loro macchine, eliminando la vegetazione riparia, aumentando il rischio idrogeologico».