IL TIRRENO

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-08-21

 

VIABILITÀ-TRASPORTI

AUTOSTRADA TIRRENICA: NO A PROGETTI NASCOSTI AI CITTADINI

 

DI MASSIMO CERVELLINI, SENATORE SEL, vicepresidente Commissione Lavori Pubblici “Sulla questione del Corridoio Tirrenico, che interessa gran parte del territorio della Provincia di Grosseto, sono intervenuto in Aula in sede di discussione degli emendamenti sul decreto del fare. Ho sottolineato espressamente quanto il testo sia denso di interventi non urgenti, mentre mancano del tutto questioni assolutamente prioritarie: tra queste citavo come esempio proprio il tema della Tirrenica. La questione è ormai nota a tutti ma è bene sottolineare quanto questa lunghissima vicenda sia rappresentativa del nostro paese e di come la politica e le istituzioni a volte incidano negativamente sui territorio e sulla vita dei cittadini. Dopo quarant’anni di discussioni, autostrada sì/autostrada no, nel 2008 il Cipe approvava, in condivisione con Regione e amministrazioni locali, un progetto preliminare che, seppur con molte problematiche, rappresentava un punto fermo in questa dibattito. Progetto preliminare da 3,8 miliardi di euro a cui è seguito, grazie al taglio totale delle risorse voluto dal governo Berlusconi, un progetto definitivo completamente difforme dal preliminare, con una tracciato incompleto, senza la condivisione dei territori (Provincia di Grosseto e Comune di Orbetello hanno infatti presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro tale progetto) e che ha come unico pregio, ma solo per il concessionario (Sat), di costare la metà. In questo quadro così complesso, e per una realtà che da tempo attende una risposta ai problemi della mobilità e in particolare della sicurezza stradale soprattutto a sud di Grosseto, il governo avrebbe dovuto interessarsi intervenendo proprio nel Decreto del Fare. Intanto, a prescindere dal progetto autostradale e dai giochi di Governo, Regione e Sat, per il territorio grossetano sarebbero necessari interventi sull’attuale tracciato dell’Aurelia, rendendone più sicura la percorrenza, perché su quella Statale persiste un’alta incidentabilità. Contemporaneamente è necessaria una forte rivalutazione del trasporto ferroviario e marittimo. Quel tratto di ferrovia, tra l’altro, è già messo in sicurezza e ha potenzialità di trasporto più che doppia rispetto al traffico cui attualmente è impegnata. Eppure nel recente passato ha subito tagli enormi in termini di collegamenti e mezzi. Purtroppo però il decreto del Fare per le infrastrutture grossetane non fa un bel niente. E non interviene neanche nel richiamare le istituzioni regionali e nazionali ad una maggiore collaborazione con gli enti locali che conoscono meglio di ogni altro il proprio territorio. Territorio che come abbiamo visto recentemente con l’alluvione del 2012, è particolarmente delicato e che quindi necessità di attenzione, previsione e prevenzione nel rapporto fra infrastrutture pesanti, piani idrogeologici ( e conseguenti interventi complessi di regimazione delle acque) e aspetti paesaggistici. Non si riesce quindi assolutamente a comprendere come qualsiasi cambiamento dell’assetto infrastrutturale locale possa prescindere dalla concertazione con le istituzioni che maggiormente conoscono le caratteristiche del territorio. Non si tratta solo di una questione di merito rispetto alla modalità di realizzazione dell’infrastruttura, quanto al richiamo al rispetto della concertazione e della trasparenza in tutte le fasi decisionali, oltre naturalmente alla chiarezza di informazione, momenti inalienabili del processo democratico. I cittadini e le istituzioni locali hanno il diritto di conoscere soprattutto lo stato di progettazione (quello unitario si intende) ed il piano economico di riferimento, in un quadro in cui l’ente Regione è specificamente tenuto a valorizzare l’apporto, in termini di conoscenza e di esperienza, degli amministratori locali, tenendo conto del loro parere e rinunciando al tentativo poco democratico di indebolirne il fondamentale ruolo di garanti della vivibilità del territorio di riferimento”

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