Anna Marson

IL TIRRENO

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-08-09

 

AMBIENTE

«Salverò questa cartolina» Marson blinda il paesaggio Stop al cemento e più vincoli nel piano dell’assessore per le 365 aree protette Regole per gli interventi previsti in quasi 4000 chilometri quadrati di territorio

 

di Ilaria Bonuccelli INVIATA A FIRENZE

 

La Regione blinda il paesaggio. Prepara un piano che protegge le campagne e le colline dal cemento come dall’invasione degli impianti fotovoltaici o eolici. Un piano che mette al riparo l’immagine “da cartolina” della Toscana da «elementi di disturbo della visuale» sul patrimonio archeologico o sul mare. Entro settembre, l’assessore Anna Marson si propone di portare in giunta il primo vero piano del paesaggio della Toscana che – insieme alla (revisionata) legge regionale sull’urbanistica – dovrebbe centrare tre obiettivi: mettere un freno al cemento, azzerando le costruzioni nelle zone agricole; migliorare la qualità degli interventi, soprattutto nelle zone vincolate dal punto di vista ambientale, cancellando lo sviluppo a colpi di villette a schiera; impedire scempi che, se anche autorizzati, stravolgano i connotati al territorio. Evitare nuovi ecomostri, nuove lottizzazioni che sfregino il profilo di Monticchiello o che sbanchino colline all’Elba come è successo di recente a Lacona, però – avverte Anna Marson – non dipenderà solo dal piano del paesaggio. «Serve anche una diversa cultura della trasformazione del territorio nelle amministrazioni, nei professionisti, nei cittadini. L’Italia è un paese pieno di buone leggi. Ma per applicarle occorre consapevolezza del bene da tutelare: il paesaggio, che in Toscana è stato costruito dalle persone nei secoli». Le aree vincolate. Il punto di partenza, comunque, è avere il piano. Soprattutto in una regione dove il 17% del territorio (3900 chilometri quadrati) è sottoposto vincolo paesaggistico e il 58-60% è tutelato dalla legge Galasso che protegge il sistema idrico e costiero (anche se in parte i due vincoli si sovrappongono). Per ciascuna delle 365 aree vincolate con decreto del ministero dei Beni culturali, la Regione ha predisposto una «scheda interpretativa» che contiene: gli obiettivi per la tutela; le direttive che indicano gli interventi ammessi; le prescrizioni che indicano come si deve intervenire. Ad esempio, per la Valle dell’Inferno, nell’aretino, si precisa che da tutelare, è il patrimonio archeologico e la rete di insediamenti e luoghi sacri etrusco-romani. Perciò le prescrizioni recitano: «Non sono ammesse trasformazioni territoriali che compromettano lo stato dei luoghi nelle relazioni figurative fra il patrimonio archeologico e la relativa percettibilità e godibilità». La commissione regionale. L’altra novità, è l’istituzione di una commissione regionale paesaggistica: il compito è determinare con esattezza i perimetri delle 365 aree sottoposte a vincolo ambientale, dalle Apuane ai colli di Siena. Ad esempio – spiega l’architetto Fabio Zita, dirigente del settore Tutela del paesaggio della Regione – per l’area delle ville Lucchesi accadeva che non si specificasse «con esattezza le superfici sottoposte a tutela». Con la commissione si saprà esattamente quali territori rientrano nei confini del vincolo. E, quindi, per quali interventi è necessario l’autorizzazione paesaggistica. Che verrà, però, rilasciata sempre dal Comune (attraverso la locale commissione paesaggistica) e dalla Sovrintendenza competente. Regole certe. Questa commissione, come il piano del Paesaggio – sottolinea l’assessore Marson – hanno uno scopo: offrire regole certe e uguali per tutti. «Non ci sarà più margine per la discrezionalità nell’esaminare le pratiche perché tutti i funzionari dei Comuni, delle Sovrintendenze avranno normative chiare, confini certi e una cartografia aggiornata». Compresa quella sulla “intervisibilità”: una speciale carta che evidenzia quanto un intervento incida su un paesaggio, mostrando cosa si vede da e verso un punto di particolare pregio. I tempi. Il piano deve essere approvato dal consiglio regionale per diventare esecutivo. Ma basta l’adozione per far scattare le norme di salvaguardia: per impedire interventi in contrasto con le nuove disposizioni. La giunta dovrebbe votarlo entro settembre; a ottobre la pratica sarà all’ordine del giorno dell’assemblea. L’obiettivo è far adottare il piano entro fine anno (ma dipende da quanto la pratica resterà in commissione Ambiente per il parere) e a farlo approvare in via definitiva – visti i tempi di pubblicazione per le osservazioni e il nuovo dibattito – entro il 2014. Il ministero dei Beni culturali (che aveva bocciato il vecchio piano adottato nel 2009 e mai approvato) ha già avallato il lavoro svolto finora dal nuovo team regionale. Le invarianti. Del resto, il nuovo piano, stabilisce anche 4 “invarianti strutturali”, i 4 elementi intoccabili del paesaggio toscano: idrogeomorfologia (la forma del territorio, dei corsi d’acqua); gli ecosistemi, con particolare attenzione ai campi chiusi dell’Alta Maremma, alle Apuane, al rapporto fra aree aperte e boscate dell’Appennino tosco-emiliano; al bosco «purché non incolto, abbandonato»; il carattere «policentrico dei sistemi insediativi»; i sistemi agro-ambientali dei paesaggi rurali, da tutelare nelle loro specificità con una trasformazione guidata delle politiche agricole.

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