IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-08-03
ECONOMIA
Ristoranti in rivolta per le troppe sagre «Ci tolgono il 25%» In Toscana se ne fanno 5000 all’anno, 98 solo a Sinalunga «Basta con la concorrenza sleale, i sindaci intervengano»
IL FENOMENO IN ITALIA
Il Belpaese delle feste: ben 32mila
Secondo Confcommercio ogni anno nel nostro Paese si svolgono oltre 32mila sagre, in media 4 per ogni comune, per un complesso di 250mila giornate di attività e un fatturato di 700 milioni di euro. Il fenomeno è concentrato nei mesi estivi e nelle destinazioni turistiche. Otto sagre su dieci si svolgono tra giugno e settembre, i giorni di attività, complice la bella stagione, si allungano fino a coprire il 90% del totale ed il fatturato generato supera i 500 milioni.
FIRENZE In Toscana sono oltre 5.000 le sagre che si svolgono ogni anno, per un volume d’affari di 110 milioni di euro che si realizza perlopiù nei mesi estivi. Le stime sono fornite da Fipe Confcommercio della Toscana, regione dove, secondo l’associazione di categoria, il fenomeno assume una rilevanza straordinaria da far vacillare ogni media. E la Confcommercio, insieme alla Confesercenti, si scaglia contro il fenomeno, notando che tutto questo provoca una concorrenza sleale ai danni dei pubblici esercizi, arrivando a sottrarre alle imprese fino al 25% del fatturato. Per questo le associazioni dei commercianti chiedono che si cominci a regolamentare in modo serio lo svolgimento delle sagre. Questo perché, sottolinea Confcommercio, ci sono località dove il numero delle sagre raggiunge livelli da record, come a a Sinalunga, (Siena) dove tra marzo e settembre 2010 ci sono state ben 98 sagre, con una media provinciale di 40. Oltretutto, prosegue la Fipe Confcommercio, di fatto in alcune zone le sagre sono talmente strutturate e ripetute nel tempo che le strutture logistiche, tendoni, cucine e alto, ormai non vengono neppure smontate, e tra una sagra e l’altra sono utilizzate a pagamento per organizzare matrimoni, comunioni e compleanni, con una forma di ristorazione sommersa che sfugge a tutti controlli. «C’è un problema di equità – spiega Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe e presidente Fipe Toscana – che viene prima di tutto. Nel momento in cui cittadini e imprese sono chiamati ad uno straordinario supplemento di responsabilità che richiede pesanti sacrifici non è più tollerabile che ci siano aree di privilegio come quelle di cui godono feste di partito, circoli privati, associazioni di promozione e sagre. Stesso mercato, stesse regole – sottolinea il presidente della Fipe Toscana – è un principio elementare di democrazia economica che faremo di tutto perché sia rispettato». Ma c’è anche un altro aspetto: «In questo quadro – prosegue Cursano – si inserisce la nostra segnalazione all’Antitrust e la denuncia alla Commissione Europea per l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per aiuti di Stato a favore degli enti non commerciali. Ma è arrivata l’ora – conclude – che anche i sindaci si assumano le proprie responsabilità regolamentando in modo serio le sagre». Confesercenti ha svolto ieri diverse iniziative sul tema a Lucca, Massa e Pisa. A Pisa si è sottolineato come a livello provinciale le sagre producano un fatturato di un milione e mezzo l’anno, per 75mila coperti. In tutte e tre le occasioni, Confesercenti ha sottolineato come non si voglia criminalizzare le sagre radicate da tempo nel territorio, ma contro chi abusa di queste iniziative per fare della concorrenza sleale.