LA REPUBBLICA
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
2013-08-01
Sanità
Il governatore replica alla decisione di non farne una regione “benchmark” Rossi e la sanità “declassata” “Colpo basso alla Toscana”
E’ POLEMICA dopo la scelta delle regioni di riferimento per la sanità da parte del ministero. «Mi pare evidente che alla Toscana si è voluto tirare un colpo basso» è tarda sera quando il governatore Enrico Rossi interviene sul “declassamento” della sanità da parte del ministero. «Fino ad un certo punto era l’Emilia ad essere esclusa dal novero delle Regioni di riferimento. Poi siamo stati noi a ritrovarci fuori. Per di più i nostri bilanci, essendo certificati, a differenza di tutti gli altri, hanno un grado di affidabilità più elevato».«MI pare evidente che alla Regione Toscana si è voluto tirare un colpo basso», escludendola all’ultimo momento dal gruppo di Regioni “benchmark”, da imitare quelle da imitare per quanto riguarda il rapporto tra costi e attività sanitarie erogate. Ne è convinto il governatore Enrico Rossi che ieri sera alle 20.30, dopo una giornata passata dal suo assessore Luigi Marroni a spiegare perché la Toscana è stata esclusa, ha deciso di intervenire per affermare: «Fino ad un certo punto era l’Emilia ad essere esclusa dal novero delle Regioni di riferimento. Poi siamo stati noi a ritrovarci fuori.
Ho già chiesto alla Conferenza dei presidente delle Regioni di verificare la validità della scelta». Il riferimento è al tavolo del ministero dell’Economia, dove si valutano i bilanci delle varie realtà locali e dove, alla fine, i conti dell’Emilia nel 2011 sono risultati leggermente migliori, anche se sempre in passivo, di quelli toscani. Così la Regione di Errani si è unita alle 4 (Veneto, Lombardia, Marche e Umbria) scelte perché in pareggio. Le parole di Rossi sembrano far pensare a una manovra per danneggiare la Toscana.
«Siamo amareggiati, protesteremo formalmente con il Governo, facendo notare che siamo gli unici con i bilanci certificati. Siamo orgogliosi della nostra sanità». L’assessore alla Salute Luigi Marroni accusa il colpo: «Se fosse stato preso in considerazione il 2010 saremmo stati dentro. Purtroppo invece il 2011 è stato per noi l’anno più difficile. E siamo rimasti fuori per pochissimo: l’Emilia aveva uno sbilancio dell’1,21 e noi dell’1,64». Alla fine verranno prese tre Regioni tra le cinque selezionate. Anche se per sceglierle si è usato il criterio dei bilanci, nel documento del ministero si prende in considerazione anche i punteggi della “griglia lea”, che riguarda l’erogazione dei cosiddetti livelli essenziali di assistenza. Anche questo caso la Toscana è sesta, praticamente a pari merito con Basilicata e Liguria.
«Nel 2011 – prosegue Marroni quando tra l’altro abbiamo iniziato ad assorbire la questione Massa, eravamo nel pieno del processo di certificazione che per sua natura implica criteri più rigorosi nell’analisi dei conti e ci ha penalizzati. Nessun altro certifica in Italia». Senza voler far polemica con il collega toscano, l’assessore alla salute emiliano, Carlo Lusenti, fa notare: «Noi comunque per il nostro bilancio affrontiamo tutte le verifiche previste dalla legge, cioè quelle della Corte dei Conti e del ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di un livello di controllo molto alto». Come dire, se la Toscana certifica non è che gli altri non sottopongano i conti a soggetti esterni. «Comunque non pensiamo che serva fare la classifica dei sistema sanitari regionali, e comunque non è la valutazione dei “benchmark” lo strumento giusto per un’operazione del genere. Qui si parla di soprattutto di valutazioni economiche- finanziarie non di stato di salute dei cittadini e di qualità delle cure».
L’opposizione in consiglio regionale parte all’attacco della gestione della sanità toscana. «E’ la fine della leggenda made in Rossi che proponeva la nostra sanità come modello per tutte le altre – commenta il vicepresidente della commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) – La Toscana resta beatamente al palo con Basilicata, tanto per dire, o Campania». Mugnai spiega che le Regioni scelte come punti di riferimento «hanno applicato i provvedimenti che il Pdl da anni suggerisce alla giunta toscana. Il cedimento strutturale della sanità non è più evidente solo a noi ma anche al ministero della salute».