tratto da www.liberoquotiodiano.it
L’attesa è finita, il processo Mediaset è giunto alla conclusione. O quasi. La Cassazione conferma la condanna a quattro anni di reclusione per Silvio Berlusconi. Ma contestualmente la Suprema Corte annulla e rinvia l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni: la pena dovrà essere rideterminata dalla corte d’appello di Milano. Di fatto, il ricorso dei legali Franco Coppi e Niccolò Ghedini è stato respinto, il Cavaliere non ne esce vincitore e viene ritenuto colpevole di frode fiscale.
Per il momento, però, non viene tagliato ufficialmente fuori dalla politica attiva: la stangata finale, come detto, la dovrà infliggere la corte d’Appello, che dovrà rideterminare la durata dell’interdizione. Inizialmente l’esilio politico era stato determinato in cinque anni, ma la Cassazione ha sottolineato come per questo tipo di reato la pena accessoria prevede un periodo che varia da uno a tre anni. Il verdetto è arrivato intorno alle 19.45 dopo circa sette ore di camera di consiglio. Subito dopo la sentenza i vertici del Pdl si sono riuniti a Palazzo Grazioli. E’ atteso un intervento del Cavaliere. Secondo le indiscrezioni filtrate dall’abitazione romana, il leader azzurro avrebbe invitato i suoi a tenere bassi i toni: “State calmi, state calmi”, avrebbe consigliato ai vertici del partito.
Il futuro di Silvio – Ora resta da capire, in concreto, cosa succederà a Berlusconi. La pena, infatti, è irrevocabile. Il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati non ha voluto commentare la sentenza, ma ha spiegato che “la pena principale è esecutiva ed è eseguibile” non appena la sentenza arriverà nel tribunale Meneghino. Come è noto, dei quattro anni di reclusione l’ex premier ne dovrà scontare soltanto uno per effetto dell’indulto. Ora resta da capire se Berlusconi lo vorrà scontare agli arresti domiciliari o in affidamento ai servizi sociali. In ogni caso le conseguenze politiche potrebbero essere pesanti: il leader di uno dei due più grandi partiti italiani viene, di fatto, arrestato.