di Roberto Ovi

 

 

 

Nella scorsa legislatura ho avuto un ottimo rapporto, politico e personale, con l’assessore alle politiche socio sanitarie Luciano Fedeli.

 

Devo ammettere che ogni volta che ho avuto bisogno di dati, informazioni o contatti non si è mai negato al confronto.

 

Devo riconoscere meriti anche al Sindaco quando nel 2006, se non ricordo male, lei e Fedeli mi chiesero se intendessi far parte di uno dei gruppi di lavoro costituiti in seno alla neo costituita Società della Salute “Colline Metallifere”, con competenza sulla continuità assistenziale ospedale – territorio.

 

In quelle 4 o 5 riunioni che facemmo lavoranno molto bene, insieme a vari componenti, tra i quali Adriana Bacci, continuando quel rapporto di collaborazione già in atto in Comune.

 

Al termine dell’anno 2010, quando non ero più consigliere, Luciano contattò me e Cappelloni per continuare, nelle forme e nei modi possibili, la nostra collaborazione, purtroppo senza ulteriori sviluppi.

 

Partendo da queste premesse, non riesco a capire perchè Luciano non intenda fornire a me e Cappelloni gli atti programmatici della Società della Salute “Colline Metallifere” e gli esiti della sperimentazione dei percorsi di continuità assistenziale ospedale – territorio, delle dimissioni protette e dell’istituzione di servizi innovativi come il Punto unico di accesso, l’Unità di valutazione multidisciplinare e i Piani personalizzati di assistenza.

 

La conoscenza degli atti e degli esiti della sperimentazione dei servizi, ci consentirebbe di continuare quella collaborazione propositiva, nel rispetto dei ruoli, che abbiamo sempre cercato di tenere su argomenti particolarmente sentiti di cittadini, soprattutto anziani e non autosufficienti.

 

Fra l’altro, credo che questo confronto propositivo (non solo con noi, sia chiaro) gli sarebbe assai necessario, vista l’estrema frammentazione e autoreferenzialità che governa il mondo della sanità, e non solo, che tende a mantenere lo status quo, anche se questo dovesse confliggere con le necessità dei cittadini.

Un atteggiamento di chiusura che non gli è proprio e che, a mio modo di vedere, potrebbe non giovargli.

 

 

 

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