Non so nulla dell’iniziativa del Novembre massetano, che non mi permetto di giudicare e commentare. Ed ho sufficiente considerazione della Dr.ssa Pieraccioli.
Faccio solo una considerazione generale.
Bisogna saper distinguere la vera cultura, che incontra in modo naturale l’interesse dei cittadini e dei soggetti privati, anche imprenditoriali, ben disposti a finanziarne le iniziative, da quella vasta serie di iniziative di assai dubbia utilità, spesso autocelebrativa, di autori e/o autrici intrisi di ideologia, fuori da ogni contatto con la realtà, in mano a soggetti “imprenditoriali” che lavorano quasi esclusivamente con soldi pubblici, che il ministro MARIO SCELBA, secondo una celebre definizione ripresa pochi anni fa dal ministro BRUNETTA, definiva come CULTURAME.
Qualcuno forse ricorderà, negli anni ottanta, le celebri inchieste di un settimanale che mise in evidenza quali “capolavori” di destra, centro e sinistra, godevano dei consistenti contributi del Fondo per lo Spettacolo.
Io sono naturalmente per la prima. La seconda non è degna di esistere e deve essere lasciata a se stessa, senza godere di alcun immeritato sostegno pubblico, specie in un momento difficile come questo, avviandosi quindi a meritata estinzione.
Anche la Thatcher nel Regno Unito prese questa strada, liberando tante risorse per le vere iniziative culturali. Prendiamo esempio da chi può darcelo.
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…finanziamento cooperativa… ma non è abbastanza finanziata con il parcheggio (il più caro della provincia di Grosseto)?
Attenzione la cultura è un patrimonio.Prima di criticare bisognerebbe conoscerlo il programma.Questa è una mancanza dell’amministrazione
Non so nulla dell’iniziativa del Novembre massetano, che non mi permetto di giudicare e commentare. Ed ho sufficiente considerazione della Dr.ssa Pieraccioli.
Faccio solo una considerazione generale.
Bisogna saper distinguere la vera cultura, che incontra in modo naturale l’interesse dei cittadini e dei soggetti privati, anche imprenditoriali, ben disposti a finanziarne le iniziative, da quella vasta serie di iniziative di assai dubbia utilità, spesso autocelebrativa, di autori e/o autrici intrisi di ideologia, fuori da ogni contatto con la realtà, in mano a soggetti “imprenditoriali” che lavorano quasi esclusivamente con soldi pubblici, che il ministro MARIO SCELBA, secondo una celebre definizione ripresa pochi anni fa dal ministro BRUNETTA, definiva come CULTURAME.
Qualcuno forse ricorderà, negli anni ottanta, le celebri inchieste di un settimanale che mise in evidenza quali “capolavori” di destra, centro e sinistra, godevano dei consistenti contributi del Fondo per lo Spettacolo.
Io sono naturalmente per la prima. La seconda non è degna di esistere e deve essere lasciata a se stessa, senza godere di alcun immeritato sostegno pubblico, specie in un momento difficile come questo, avviandosi quindi a meritata estinzione.
Anche la Thatcher nel Regno Unito prese questa strada, liberando tante risorse per le vere iniziative culturali. Prendiamo esempio da chi può darcelo.
of course