Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano. È considerato uno fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale assieme a Giovanni Falcone di cui fu amico e collega. Venne assassinato con alcuni uomini della scorta nella strage di via d’Amelio ad opera di cosa nostra.

 

« Chi ha paura muore ogni giorno,

chi invece non ha paura muore una volta sola »

 

« Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. »

 

(Paolo Borsellino)

 

Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre.

Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di esplosivo a bordo (semtex e/o tritolo) detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.

 

 

 

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