IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-06-26
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Sfratto, un pasticcio burocratico La famiglia era stata trasferita dal Comune di Follonica senza che gli uffici avvertissero quelli di Massa
di Alfredo Faetti MASSA MARITTIMA Una patata bollente scaricata da una città all’altra, senza che la seconda ne sapesse niente. Lascia degli strascichi lo sfratto di una famiglia andato in scena lunedì mattina a Massa Marittima. In Comune infatti, di queste persone e della loro situazione, non ne sapeva niente nessuno. Eppure i colleghi di Follonica conoscevano bene il caso, visto che la famiglia in questione risulta tuttora residente nel golfo. «Ci vuole maggiore collaborazione tra gli enti nella gestione delle situazioni critiche» dice l’assessore massetano nonché presidente della Società della Salute Colline Metallifere Luciano Fedeli. «Non si possono gestire situazione di emergenza alla giornata: serve una collaborazione e una condivisione più serrata» continua l’assessore. La storia di questa gente è abbastanza complicata. Parte da lontano e ancora non si è conclusa. Al momento basti dire che il padre è in carcere e che la madre si trova a gestire tre figli, tutti minorenni. Sono stati sfrattati dal loro ultimo alloggio lunedì, dopo due anni senza mai aver pagato l’affitto. Un appartamento nel centro storico di Massa Marittima, di proprietà della Solmine che nel 2010 ha risposto presente a chi le ha chiesto aiuto, ovvero il Comune di Follonica. Infatti l’amministrazione guidata da Eleonora Baldi si è trovata in quel periodo alle prese con questo caso: la famiglia all’epoca venne fatta sgomberare da una casa occupata nella zona dell’ex Ilva e in municipio chiesero l’aiuto della società per trovare una soluzione temporanea. Da qui la decisione di mettere a disposizione l’appartamento massetano. L’accordo prevedeva un’ospitalità di un paio di mesi. Sono passati due anni e mai un affitto è stato pagato. Vicende tribolate del padre a parte, fino a qui sembra che tutto fili liscio. Ma c’è un passaggio che manca: dal Comune di Follonica nessuno ha comunicato a quello di Massa Marittima dello spostamento della famiglia, allegando tutte le informazioni. Nel municipio di piazza Garibaldi infatti la vicenda è arrivata come un fulmine a ciel sereno lunedì mattina intorno alle 9.10, quando i carabinieri, intervenuti per lo sfratto, hanno chiamato l’amministrazione per spiegare la situazione. Gli sguardi dentro gli uffici si sono incrociati e da vari controlli è emerso che non c’era stato alcun contatto con i servizi sociali per questa famiglia. Niente: nessuno sapeva niente. La madre è arrivata in Comune poco dopo, accompagnata dai militari che si sono fatti carico di sbrogliare la situazione, che in quel momento era diventata davvero caotica. Fino a precipitare del tutto, quando ad un tratto è emersa anche la possibilità che la donna potesse essere separata dai figli. Alla fine però la mediazione ha avuto la meglio e si è trovata una soluzione temporanea con una sistemazione al rifugio Sant’Anna. Una mattinata che comunque ha trovato un mezzo lieto fine, visto come era partita. D’altro canto però, si augurano dal Comune di Massa Marittima, la speranza è che questa vicenda sia d’esempio. «Le situazione critiche vanno gestite in maniera condivisa, non un giorno alla volta» ribadisce Fedeli.