IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-06-25
ALTRO
Famiglia sfrattata. I carabinieri trovano la soluzione. La madre sarebbe stata costretta a lasciare tre figli minori Il babbo è in galera, accolti al Sant’Anna grazie ai militari
di Alfredo Faetti
MASSA MARITTIMA Quella divisa indosso porta con sé delle responsabilità. Così, quando ti trovi davanti dei ragazzi con il padre in carcere e la madre in forte difficoltà il tuo compito diventa quello di trovare il bandolo della matassa. Devi trovare una soluzione, che nel corso degli anni sarebbe spettata a onor del vero a qualcun altro. I carabinieri di Massa Marittima ieri hanno seguito questo ragionamento: chiamati per assistere a uno sfratto, si sono spesi per tutta la mattinata in incontri e tentativi di mediazione, soprattutto quando la situazione è diventata incandescente. E alla fine hanno trovato un ricovero temporaneo per questa famiglia, rimbalzata da un Comune all’altro. Ore 8.30, centro storico di Massa Marittima. In una delle principali vie arriva l’ufficiale giudiziario insieme all’avvocato della società proprietaria dell’appartamento per dare il via allo sfratto. È il terzo tentativo negli ultimi otto mesi e per questo è stato chiesto anche il supporto della forza pubblica. I carabinieri, appunto. All’interno dell’appartamento ci sono una donna sulla quarantina e i suoi figli, tutti minorenni. Il padre invece, che in passato ne ha combinate di cotte e di crude, è in carcere per una rapina a Follonica. Questa mattina avrà l’udienza di scarcerazione, visto che sembra aver trovato un impiego temporaneo. Questo però ha fatto sorgere un dubbio alla proprietà dell’appartamento, che in due anni non ha mai ricevuto l’affitto: se il giudice deciderà per la scarcerazione con obbligo di dimora, l’uomo dovrà restare in quell’appartamento fino alla fine della condanna. L’ufficiale giudiziario così bussa alla porta, ma una volta dentro capisce che non sarà semplice far uscire la famiglia. Ed è qui che intervengono i carabinieri. La vicenda però parte da molto prima. E da un altro Comune. Inizia a Follonica, più di due anni fa, quando padre, madre e figli vennero cacciati da una casa occupata. L’amministrazione del golfo però non sapeva come poter gestire queste persone, visto che non avevano un posto dove andare. Venne chiesto quindi l’aiuto di una società del territorio, la Solmine, che mise a disposizione uno dei suoi appartamenti a Massa Marittima, in modo da trovare una soluzione temporanea. Era il 2011 e l’accordo prevedeva che quella casa sarebbe rimasta a disposizione per circa due mesi. Sono passati due anni e niente è cambiato, con un affitto mai pagato per quelle stanze. Ma torniamo a ieri mattina. I carabinieri entrano e contattano subito l’amministrazione per spiegare quanto sta succedendo. La donna viene portata in Comune, così da poter avere un confronto con le istituzioni e i vari soggetti competenti in questo campo. La discussione prosegue fino a quando uno degli assistenti sociali spiega che o la famiglia esce da quella casa, oppure l’alternativa è che i figli vadano a Follonica mentre la madre se torni nella sua città natale, distante centinaia di chilometri da qua. All’idea di essere separata dai figli, la donna ha reagito con tutta la rabbia che aveva in corpo. È tornata a casa, ha chiamato il 118 dicendo di avere un malore e si è chiusa dentro. I carabinieri però hanno mediato e trovato un alloggio temporaneo per la famiglia, al rifugio Sant’Anna.