IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-06-07
AMBIENTE
Il corteo anti-inceneritore chiede risposte a Marras Il presidente ieri in visita a Follonica è stato accolto da una protesta pacifica «Valori di diossina fuori norma dall’azienda scarlinese, un fatto grave»
di Paola Villani FOLLONICA Un corteo contro l’inceneritore ha accolto il presidente Leonardo Marras in visita a Follonica per l’iniziativa 100volteProvincia. I manifestanti ieri mattina intorno alle 11 erano schierati di fronte alla sala Tirreno di via Bicocchi “armati” di cartelloni e slogan. “Piatto del giorno, pici alla diossina”, “Più diossina = meno turismo” e ancora “Diossina nuoce gravemente al turismo”: questi alcuni degli slogan del corteo. Leonardo Marras si è fermato ad ascoltare le motivazioni del gruppo nel quale spiccava la presenza dell’attuale presidente del comitato “No all’inceneritore” Mario Monciatti e dell’ex Cesare Franchi. L’elevata fuoriuscita di diossina rilevata dall’Arpat ha fatto chiudere temporaneamente i forni dell’azienda scarlinese, per ora però nessuno ha mai parlato di una cessazione definitiva dell’attività dell’inceneritore quello che invece chiedono da anni e adesso ancora in maniera più decisa i membri del comitato del No. Lo stesso presidente Marras non ha accennato a chiusure ma ha parlato di un “fatto grave”, al quale dovranno essere date delle risposte chiare. «Dovremmo individuare le cause della fuoriuscita – ha dichiarato l’amministratore provinciale – Proprio ieri abbiamo avuto una riunione con la Scarlino Energia e l’azienda si è detta pronta a individuare il problema che ha scatenato un’emissione fuori norma di diossine come quella accaduta nei giorni scorsi». La protesta pacifica è andata avanti fino a quando il presidente non ha lasciato la sala Tirreno: qualcuno dei partecipanti è entrato nella sala per ascoltare che cosa Marras dicesse agli operatori turistici follonichesi. «Quello che ci preoccupa adesso è il fatto che nessuno di coloro che ci governano abbia dichiarato apertamente che rischi corriamo dopo un avvenimento del genere – spiegano dal corteo – Molti di noi follonichesi nei pressi dell’area industriale hanno degli orti dove coltivano verdure e animali: perché nessuno ci ha detto come dovevamo comportarci? Perché non è stata fatta passare la macchina con l’altoparlante per le vie cittadine per diffondere la notizia? Quelle verdure, le carni bianche e tutto il resto possono essere mangiati? Non dobbiamo dimenticarci che quei prodotti servono spesso a nutrire i bambini: perché nessuno dice niente?». Secondo i manifestanti la Provincia dovrebbe essere la prima a controllare l’impianto attraverso un monitoraggio costante anzi meglio dire quotidiano, di cui dovrebbe occuparsi l’Arpat: non bastano gli autocontrolli serve a giudizio loro un organo esterno che valuti incessantemente che cosa sta accadendo all’interno dell’inceneritore di Scarlino. La preoccupazione poi con la fuoriuscita è tanta: adesso il dibattito nel Golfo sull’argomento si riapre e sarà ancora una volta battaglia.