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2013-05-20

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Neonata morì in ambulanza: due indagati

 GROSSETO Da un mese attende in una cella frigorifera dell’obitorio dell’ospedale di Grosseto. Ora finalmente potrà essere fatta luce su quella tragedia che ha scaraventato i suoi genitori nella più cupa disperazione. Si tratta della neonata che vide la luce e morì in ambulanza mentre la sua mamma, colta dalla doglie, veniva trasferita in ospedale. L’avvocato Simone Bulleri, il legale della famiglia della piccola di Monterotondo Marittimo, aveva chiesto l’incidente probatorio, ma il pubblico ministero aveva rigettato la sua richiesta presentando invece una richiesta di archiviazione. “Poi è successo che il pubblico ministero è stato trasferito e al suo posto è arrivato il giudice Nassi – spiega Simone Bulleri -. Non solo ha revocato la richiesta di archiviazione, mahaanche richiesto l’incidente probatorio.Ora sipotrà finalmente procedere con l’esame autoptico per stabilire le cause della morta della piccola”. Due, al momento, le persone indagate, si tratterebbe del medico e dell’autista dell’ambulanza. L’informazione di garanzia è un atto dovuto ed è solo il primo atto. Oggi l’avvocato Bulleri nominerà il perito di parte e nei prossimi giorni probabilmente sarà disposto dal giudice l’incidente probatorio. Finalmente la verità su questa tragedia che non ha colpito solo la famiglia della piccola, ma un’intera comunità, sindaco in testa, che si era immediatamente messo a disposizione dei genitori, immigrati da tempo in Italia per motivi di lavoro. “Finalmente si farà luce su quanto avvenuto – afferma il legale della famiglia -. L’archiviazione della richiesta di autopsia sinceramente è risultata inspiegabile”. La vicenda risale al 18 aprile scorso. La mamma accusa le doglie e, essendo il marito fuori per lavoro – si trovava in quel momento a Bologna – chiama l’ambulanza. I soccorsi arrivano nel giro di pochissimo tempo e i sanitari trasferiscono la donna a bordo e si dirigono a tutte velocità verso l’ospedale Misericordia di Grosseto. Ad un certo punto, però, la situazione si complica tanto che la donna viene trasferita a bordo di una seconda ambulanza e si decide di fermarsi all’ospedale di Massa Marittima. Un parto velocissimo e la bimba viene alla luce a bordo del mezzo di soccorso. Le condizioni della piccola appaiono disperate. Imedici praticano la rianimazione con l’ausilio di tutti i mezzi a disposizione ma quando arriva all’ospedale di Massa la piccola non respira più. Una tragedia. L’Asl 9, come è consuetudine in casi del genere, avvia un’indagine interna, spiegando che tutto quello che poteva e doveva essere fatto è stato praticato. Una drammatica fatalità, dunque. Ma i genitori non si arrendono al dolore e chiedono di conoscere la verità. Si affidato all’avvocato Simone Bulleri. Intanto il pm archivia la pratica. Bulleri presenta istanza di opposizione all’archiviazione. Nel frattempo, però, il pm che si stava occupando della vicenda viene trasferito e al suo posto arriva il giudice Nassi che rigetta la richiesta di archiviazione e chiede l’incidente probatorio. La famiglia vede un po’ di luce in fondo al tunnel. Subito dopo la morte della neonata la Direzione aziendale e ospedaliera aveva richiesto esami approfonditi, per accertare le cause della morte, mentre era stata contemporaneamente avviata una verifica interna sui processi che avevano accompagnato le varie fasi di assistenza alla madre e alla neonata, come previsto in questi casi dalle procedure di gestione del rischio clinico. In un comunicato la Direzione della Asl rinnovò la propria fiducia nell’operato del personale sanitario esprimendo nel contempo la propria vicinanza alla famiglia per il dolore che l’aveva colpita, assicurando tutto l’impegnonecessario per fare luce sulla vicenda. Ora, a distanza di un mese, verrà effettuata l’autopsia e per i genitori della bimba potranno arrivare le risposte che attendono. Non mitigheranno di certo il dolore per la perdita, ma forse contribuiranno a dare loro un po’ di serenità. 

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