IL TIRRENO

2013-04-24

 

Ex Molendi, il Comune sconfitto al Tar

 

 

 

Causa da cinque milioni di euro ma il tribunale fissa soltanto i criteri per la richiesta di risarcimento. Pronto il ricorso

 

 

MASSA MARITTIMA – Alla fine è arrivata, ma non è quella mazzata che ci si aspettava. Sull’area ex Molendi di Massa Marittima infatti il primo round va all’azienda Immobiliare Porta al Salnitro srl (all’epoca dei fatti “Molendi Sergio e Molendi Renzo srl”), con il Comune condannato a risarcire i danni per la mancata realizzazione del progetto che doveva riguardare piazzale Mazzini e la zona intorno al Duomo di San Cerbone. Così ha stabilito il Tar, ma sul banco non ci sono i cinque milioni (circa) chiesti dal privato nel suo ricorso. Il tribunale infatti nella sentenza ha elencato una serie di criteri per fissare con maggior precisione i vari punti su cui l’Ente ha recato danno alla ditta. Una cifra precisa ancora non c’è ma sicuramente sarà inferiore a quella richiesta. In ogni caso, però, la vicenda non finisce qui, perché gli avvocati difensori del Comune, Luciano Giorgi del foro grossetano e Duccio Maria Traina di quello fiorentino, annunciano già ricorso al Consiglio di Stato. La vicenda è strettamente tecnica, scandita nelle sue trame dalla burocrazia, e la sentenza è molto complessa. Ieri mattina, non appena è stata pubblicata, anche nelle stanze del municipio di Massa Marittima le idee erano confuse. Per questo il sindaco Lidia Bai ha chiesto agli avvocati di fare un resoconto e negli uffici sono stati messi al lavoro per calcolare una stima sulle indicazioni date dal Tar. «Nella sentenza non è stata disposta alcuna somma – spiega appunto Giorgi – solo criteri per determinarla». Tutto nasce nel 1998, quando il Comune approva un progetto per realizzare a due passi dal Duomo due parcheggi a cielo aperto e volumi annessi, comprendenti un centro commerciale, un’autorimessa completamente interrata, una torre ascensore per accedere al sagrato della basilica ed opere di raccordo della viabilità per accedere all’autorimessa. Buona fetta dell’area interessata è della ditta Molendi srl, con cui l’allora amministrazione firma una convenzione: all’ente il diritto di costruire un parcheggio nel sottosuolo, al privato la costruzione di volumetrie fuori terra a destinazione commerciale e l’affidamento del parcheggio coperto per 20 anni. Accordo raggiunto, ma nel 1999 la Sopritendenza dei beni Culturali di Siena e il ministero ferma i lavori, partiti da pochi mesi. Passano pochi mesi e lo stop al cantiere viene circoscritto e sul centro storico viene apposto il vincolo paesaggistico. Un passo cruciale nella sentenza, perché secondo il Tar il Comune, seppur con opere (e quindi costi) aggiuntivi, avrebbe potuto riprendere i lavori. Ma al contrario tutto resta fermo e dato che non seguono atti che sostituiscono la convenzione (nonostante varie trattative) nasce la diatriba giudiziaria. Dal 6 marzo (data dell’udienza) si è consumato il primo round, che si è aggiudicata la ditta. Ma la partita va avanti. «Ci appelleremo al Consiglio di Stato – spiega Giorgi – perché questa sentenza non risolve le problematiche».

 

 

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