IL TIRRENO

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

2013-04-19

 

 

PANORAMA POLITICO

di Alfredo Faetti

 

 

Ispezioni e analisi L’Arpat controbatte alla civica di Massa Ancora polemiche sull’arsenico all’ex Agraria «I materiali sotto il profilo ambientale sono regolari»

 

 

MASSA MARITTIMA «Sotto il profilo della compatibilità ambientale le caratteristiche dei materiali sono risultate regolari». Ma non solo: «il confronto tra i risultati analitici ottenuti, analizzando la malta come rifiuto» e la tabella sui limiti di valore presente nella denuncia «non è corretto». Così Arpat risponde al movimento civico Massa Comune circa la vicenda dell’arsenico nei cantieri demoliti nell’area ex Agraria. L’agenzia infatti replica a quanto sostenuto dall’opposizione massetana, che nei giorni scorsi è tornata a sollevare dubbi sugli esiti presentati dall’amministrazione comunale circa le verifiche commissionate alla stessa Arpat e all’Asl dopo la denuncia. Replica partendo da un presupposto: «Arpat ha ricevuto solamente a più riprese esposti da parte di un privato cittadino, l’ultimo dei quali proprio il 27 marzo, al quale è stata inviata risposta (per e-mail e posta ordinaria) il 16 aprile scorso». Da qui, l’agenzia ripercorre le tappe delle verifiche seguite alla denuncia. «Sulla base del primo esposto ha effettuato, di propria iniziativa, un’ispezione sul sito segnalato, in data 11 gennaio 2013». Un intervento che «ha riguardato la gestione dei rifiuti da demolizione prodotti durante le fasi di lavorazione del cantiere», perché «come dichiarato dal responsabile del cantiere i rifiuti da demolizione sono stati recuperati mediante riutilizzo all’interno del cantiere stesso, per la formazione di sottofondi e massicciate». Qui Arpat ha trovato «un cumulo di rifiuti da demolizione in attesa di caratterizzazione da parte del produttore» e i risultati delle analisi sono stati inviati all’amministrazione. «L’ispezione è stata successivamente completata mediante ulteriori indagini rivolte a verificare la conformità normativa degli accertamenti analitici eseguiti dalla ditta incaricata del recupero dei materiali già riutilizzati per la formazione di sottofondi e massicciate». Risultato: «sotto il profilo della compatibilità ambientale le caratteristiche dei materiali sono risultate regolari». E tutto il fascicolo è arrivato in municipio. Non solo. Gli esposti sono arrivati accompagnati dalla richiesta di quali fossero i limiti di legge. E nella sua risposta, Arpat «faceva presente che la caratterizzazione analitica dei materiali da demolizione destinati al recupero si basa sulle analisi chimiche eseguite mediante il test di cessione in acqua e non sulle analisi eseguite sul materiale tal quale, come quella da lei (la civica, ndc) commissionata e trasmessa». Da qui il fatto che il confronto «non è corretto», dato che «le modalità di controllo del corretto recupero e riutilizzo dei rifiuti da demolizione si basano su altre norme» rispetto a quelle pubblicate Massa Comune nella sua denuncia. Risposte, insomma, l’agenzia le ha fornite. Ma basteranno a chiudere il caso una volta per tutte?

 

 

 

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Purtroppo però, di quanto riferito da ARPAT, noi siamo stati messi a conoscenza solamente da qualche giorno (16 Aprile), senza peraltro fornire alcuna analisi ufficiale, costringendo M.C. ad insistere per avere risposte che, in maniera contraddittoria, sono state consegnate solo all’amministrazione comunale, che non le ha mai fatte pervenire alla Civica né, tanto meno, le ha pubblicate.

 

 

Senza alcun riferimento al quadro normativo, del quale ognuno di noi conosce molto bene le strade da percorrere o evitare per giungere a destinazione senza difficoltà, mi fa specie il capoverso che così recita:

 

“… come dichiarato dal responsabile del cantiere i rifiuti di demolizione sono stati recuperati mediante riutilizzo all’interno del cantiere stesso per la formazione di sottofondi o massicciate”

 

Forse il Dott. Giancarlo Sbrilli non è a conoscenza che l’area dove sono state effettuate tali operazioni si trova nelle immediate adiacenze (addirittura direttamente sopra, come risulta da carte geologiche più professionali di quella del P.S.) della formazione del travertino, acquifero importantissimo dell’area di Massa, il cui affioramento è soggetto a rigide prescrizioni (vedi cartografia a supporto del P.S)

 

E’ quindi verosimile pensare che le acque meteoriche, infiltrandosi nel terreno, possano mobilizzare gli ioni metallo e immetterli nel ciclo idrologico, con conseguenze facilmente prevedibili.

 

 

 

 

Un Commento a “Ancora polemiche sull’arsenico all’ex Agraria”

  • Oscar De Paoli says:

    Purtroppo però, di quanto riferito da ARPAT, noi siamo stati messi a conoscenza solamente da qualche giorno (16 Aprile), senza peraltro fornire alcuna analisi ufficiale, costringendo M.C. ad insistere per avere risposte che, in maniera contraddittoria, sono state consegnate solo all’amministrazione comunale, che non le ha mai consegnate alla Civica, ne tanto meno le ha pubblicate.

     

     

    Senza alcun riferimento al quadro normativo, del quale ognuno di noi conosce molto bene le strade da percorrere o evitare per giungere a destinazione senza difficoltà, mi fa specie il capoverso che così recita:

     

    “…come dichiarato dal responsabile del cantiere i rifiuti di demolizione sono stati recuperati mediante riutilizzo all’interno del cantiere stesso per la formazione di sottofondi o massicciate”

     

    Forse il Dott. Giancarlo Sbrilli non è a conoscenza che l’area dove sono state effettuate tali operazioni si trova nelle immediate adiacenze (addirittura direttamente sopra,come risulta da carte geologiche più professionali di quella del P.S.) della formazione del travertino, acquifero importantissimo dell’area di Massa, il cui affioramento è soggetto a rigide prescrizioni (vedi cartografia a supporto del P.S)

     

    E’ quindi verosimile pensare che le acque meteoriche, infiltrandosi nel terreno, possano mobilizzare gli ioni metallo e immetterli nel ciclo idrologico, con conseguenze facilmente prevedibili.

     

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