PANORAMA POLITICO
«Arsenico, dal Comune solo risposte incomplete – Massa Comune ancora all’attacco per i valori registrati dentro al cantiere dell’ex Agraria: «Per ora solo dall’Arpat una nota ufficiale, niente dal sindaco»
I tre consiglieri vogliono vederci chiaro «I nostri numeri sono assai più elevati» «Fra l’altro i detriti sono stati a lungo esposti alla pioggia di questo inverno» di Alfredo Faetti MASSA MARITTIMA Quei valori sono troppo diversi tra loro. E la questione è troppo importante per una comunità da non inviare neanche una nota ufficiale firmata dall’amministrazione. Al movimento civico Massa Comune non bastano le parole pronunciate dal sindaco Lidia Bai durante una conferenza stampa per ritenere archiviato il caso dell’arsenico nell’area ex Agraria. Sono tanti ancora i dubbi in sospeso, secondo l’opposizione. E in mezzo a questi c’è una sola certezza: «in mancanza della nostra segnalazione nessuno avrebbe verificato le concentrazioni di metalli» scrivono i tre consiglieri comunali al sindaco. C’è stata una denuncia, delle analisi e una conferenza stampa di conclusione. Ma le domande sul concentramento di arsenico e rame nei resti dei magazzini, ormai demoliti, a Massa Marittima sono ancora tante. Tutte poste da Massa Comune, la stessa che a inizio 2013 aveva pubblicato sul suo sito web le analisi svolte su un campione di calcinacci raccolto durante le demolizioni, in cui erano presenti valori troppo alti di materiali tossici. Il Comune ha fatto partire delle analisi, commissionate ad Arpat e Asl, dopo questa denuncia, e la settimana scorsa ha affermato che «non sussistono pericoli per la salute pubblica»; che l’arsenico in quei calcinacci è presente ma non nelle misure riportate dalla civica, ma solo quanto basta per classificarlo come «rifiuto speciale non pericoloso», che la ditta incaricata potrà riutilizzare come «sottosuolo» ma non in «aree verdi» o per «costruzioni artigianali-industriali». Caso chiuso quindi? Neanche per idea. La civica infatti non si accontenta delle dichiarazioni rilasciate alla stampa. «Siamo però certi che prima di pronunciarsi ai giornali, abbia avuto una dettagliata relazione che descrive tutto il lavoro svolto», continuano i consiglieri, che si aspettavano da parte della Bai «una nota ufficiale» sull’argomento. Tanti i dubbi di Massa Comune. Tra questi, c’è «la differenza di concentrazione di arsenico rilevata da queste nuove analisi» rispetto a quelle commissionate dalla civica a un laboratorio privato, secondo cui la presenza di arsenico «sarebbe nell’ordine di circa un quarto di quanto è risultato dalle analisi condotte sul campione da noi fornito al laboratorio». Ma al di là dei dati prodotti, continua Massa Comune, «in entrambi i casi c’è un problema alimentare su cui si dovrebbe intervenire», contando che «il cumulo delle demolizioni è stato esposto agli agenti atmosferici per quattro mesi, periodo peraltro di intensa piovosità e che quindi oggi, un eventuale campionamento effettuato sul materiale di superficie, faciliterebbe la rilevazione di minori concentrazioni a causa proprio del lavaggio a cui è stato sottoposto, così come se i valori di concentrazione degli inquinanti nelle demolizioni fossero stati mediati con quelli del terreno circostante». Di fronte a questi interrogativi, la civica si aspetta una nota ufficiale dal Comune. Anche perché, come sottolineano i consiglieri, fino ad oggi l’unica risposta scritta alla denuncia è stata quella dell’Arpat, che ha spiegato che «non esistono valori limite di legge per quanto riguarda la malta edilizia», ma bensì «esistono dei valori limite di legge per quanto riguarda il recupero di inerti da demolizione, ma tale limite si applica al materiale recuperato presso un impianto autorizzato al trattamento di tali rifiuti».