Sorano, domiciliari finiti per i tre architetti indagati Arresti cessati anche per due imprenditori: ora solo sospensione dall’impresa La Procura: «Quadro accusatorio nuovamente confermato dal gip»
GROSSETO – Cinque delle otto misure cautelari adottate per le due inchieste che riguardano il Comune di Sorano sono state attenuate dal gip Valeria Montesarchio, che ha accolto le richieste difensive. Ma la Procura fa notare che «non può non osservarsi con soddisfazione come il quadro accusatorio sia stato nuovamente confermato dal gip». Gli architetti inizialmente agli arresti domiciliari si sono visti sostituire la misura con il divieto di dimora a Sorano: sono Simona Boncori, responsabile dei servizi tecnici comunali, Andrea Pistolesi e Luca Perin, liberi professionisti che avevano ricevuto l’incarico per la redazione del regolamento urbanistico. Tutti e tre avevano dato spiegazioni al giudice, lunedì. I due imprenditori viterbesi messi ai domiciliari in forza dell’ordinanza del 26 marzo, Andrea Gioacchini e Marco Filoni, adesso hanno una sospensione temporanea (due mesi) di svolgere attività di impresa. Si erano avvalsi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia. Nessuna modifica, invece, per l’ingegnere viterbese Antonio Gioacchini e gli imprenditori lucani Giovanni Bitonte e Giuseppe Garibaldi Bitonte, che restano dunque con la sospensione dall’attività di impresa per quanto riguarda le rispettive ditte. Nulla per gli altri indagati (il sindaco Pierandrea Vanni con divieto di dimora e l’imprenditore Roberto Bramerini con sospensione dall’impresa) che del resto non avevano presentato istanze. Secondo il procuratore capo Francesco Verusio (l’indagine è seguita da Stefano Pizza e Salvatore Ferraro) «la sostituzione di alcune delle misure con altre più lievi è stata motivata dal venir meno del solo pericolo di inquinamento delle prove, mentre è stato ritenuto tutt’ora permanente l’esigenza cautelare per tutti con riguardo al pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede». Cosa scrive il gip? Che «alla luce degli interrogatori svolti risultano confermate le illegittimità compiute sia in sede di affidamento dell’appalto Pip per i lavori da svolgere nella zona di San Quirico sia nell’aggiudicazione dell’incarico per la redazione del regolamento urbanistico del Comune di Sorano». E poi che «permangono le esigenze cautelari, con riguardo unicamente al pericolo di reiterazione», mentre «deve ritenersi venuto meno» il pericolo «per l’acquisizione o genuinità della prova». E se esiste la possibilità della reiterazione, è sufficiente che gli indagati non abbiano contatti con il territorio del Comune e che per gli imprenditori sospettati di collusione «è proporzionata ai fatti» l’interdizione dall’attività di impresa. La Procura aggiunge che «sta proseguendo nell’attività di indagine e conta di esaurire il filone degli appalti del Comune di Sorano in tempi rapidi». Resta aperto anche il filone Arcidosso, derivante da alcune lettere pronte per essere spedite ad alcune aziende, sequestrate dalla guardia di finanza nel corso della perquisizione su un’auto. Vi si sarebbe fatto riferimento a un bando prossimo ad essere emanato dal Comune e alla volontà di stringere contatti preliminari. Da questi elementi era scattato il blitz in Comune di sabato scorso, con due indagati: il sindaco Landi e il dirigente Firmati.