Quindici intercettazioni e i nuovi criteri adottati – La commissione avrebbe avvantaggiato i professionisti nel valutare le offerte – «Accordi clandestini e preventivi» secondo la Procura della Repubblica
SORANO
C’è un’intercettazione che il gip ritiene particolarmente significativa nel valutare le richieste del pm. È quella del 18 gennaio 2010, quando l’architetto Pistolesi chiama al telefono Simona Boncori e le legge il contenuto dell’offerta per l’affidamento dell’incarico professionale che presenterà due giorni dopo a nome dei professionisti rappresentati. «… dichiarano di effettuare il ribasso del 20 per cento sul prezzo di base di gara stimato “ho messo venti e poi 20% tra parentesi” in euro 99mila, ribasso pari a euro 19.800. Follonica “e le firme”». Pistolesi proseguiva chiedendo quali parti vanno sottoscritte da tutti i professionisti e quali solo da lui. Queste e altre conversazioni (l’ordinanza ne riporta una quindicina, a stralci, fino al luglio 2012) costituiscono secondo l’accusa un elemento per fondare la prova della turbativa. «Accordi clandestini e preventivi», secondo il pm, che avrebbero trovato piena attuazione quando era stato introdotto un nuovo criterio di valutazione delle offerte: quello della conoscenza del territorio. Sarebbe stato introdotto dopo l’apertura delle buste. E secondo il gip Montesarchio «l’integrazione, oltre a rappresentare una prova della collusione fra gli indagati, rappresenta uno dei mezzi fraudolenti adottati per turbare la licitazione, in quanto fornisce una giustificazione apparentemente valida alla valutazione dell’offerta tecnica che ha consentito di affidare l’incarico al raggruppamento di Pistolesi», tra le dieci offerte presentate. L’idonea conoscenza del territorio avrebbe causato un evidente vantaggio a Perin e Pistolesi che avevano già contribuito alla procedura delle osservazioni. La commissione sarebbe stata formata, secondo l’ipotesi di accusa basata sulla consulenza, da funzionari non esperti, che non avrebbe fornito giustificazioni certe sui criteri adottati e per l’adozione dei punteggi. Boncori avrebbe telefonato a Pistolesi dando notizia della data della seduta in cui il criterio di valutazione era stato adottato. «Non c’è stata trasparenza», sintetizza l’accusa. Le perizie informatiche dimostrerebbero poi che la Boncorsi avrebbe retrodatato i documenti. Sia quello delle osservazioni (file creato tra il 27 ottobre e il 12 dicembre 2010 ma retrodatato al 6 ottobre), sia quello dell’avviso pubblico (creato tra il 4 maggio 2011ma formalmente datato 29 aprile). Documenti che hanno messo nei guai anche Cannucciari, per il visto di regolarità posto come responsabile del servizio finanziario. E del resto, sempre secondo le intercettazioni esibite dall’accusa, la Boncori avrebbe avuto già occasione di retrodatare documenti. «L’integrazione dei criteri di giudizio e i calcoli delle offerte contenuti nei fogli appunti rinvenuti – argomenta il gip – pertanto costituiscono le operazioni condotte da tutti e tre i componenti la commissione di gara in modo strumentale e illegittimo per favorire il raggruppamento di Pistolesi-Perin. Le medesime operazioni illefittime comportano la piena e consapevole partecipazione di Cannucciari e Canistri alla turbativa della procedura di gara». E ancora, gli indagati avrebbero «preordinato l’agigudicazione dell’incarico di redazione del Regolamento urbanistico a Pistolesi-Perin molto prima che fosse anche solo bandita la procedura di gara».