CORRIERE DI MAREMMA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto

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2013-04-06

PANORAMA POLITICO

 

Lasciamo lavorare gli inquirenti

 

SORANO Sorano, le 8.30 di mattina, la famosa mattina del “giorno dopo”. Su Sorano cade una fine pioggerellina inglese che sembra impedire lo sbocciare della primavera. C’è il mercato oggi a Sorano, e la gente come al solito si dirige con passo svelto verso il proprio banco preferito. Il salumiere alza la saracinesca del proprio macello e il profumo di brioches calde sale dal forno incastonato in una stretta viuzza. E’ una mattina come tante, o almeno sembra, è un venerdì, il venerdì quello del “giorno dopo” il terremoto giudiziario che si è abbattuto sul Comune di Sorano. Sono numeri quelli che escono dalle pagine dei giornali a far accapponare la pelle: 5 misure cautelari, 13 persone coinvolte, 100 agenti delle Fiamme gialle in azione, 4 regioni italiane coinvolte e 20 perquisizioni. Numeri partoriti in seguito ad alcune indagini delle Fiamme gialle, durate alcuni mesi e che segnano ferite profonde nella realtà istituzionale dell’amministrazione soranese che da ieri deve fare i conti con ipotesi di reato come turbativa d’asta e falso. Fatti questi che seminano molti punti interrogativi fra la società civile, dubbi in merito alla liceità di episodi presumibilmente accaduti. I fatti accaduti ormai qualche luna fa si sono riproposti con una feroce prepotenza. A destabilizzare l’ormai ex sindaco di Sorano è la misura cautelare presa nei suoi confronti (divieto di dimora), la quale ha portato inevitabilmente alle sue dimissioni. Come tutti i lampi che si rispettino anche quello di giovedì ha preceduto il tuono che già da oggi rimbomba su Sorano e continuerà a farlo per un po’ di tempo. Un lampo che ha sprigionato un bagliore tale da lasciare tutti senza vista, senza ben comprendere cosa fosse questa storia. Ecco perché non c’è nemmeno quasi bisogno di chiedere per capire che aria si respira, sembra quasi che a questo piccolo borgo tufaceo questa situazione non gli spetti, non gli si addica, che non la sappia vestire, “bè insomma – dice un uomo di mezza età che sta portando la spesa a casa – già troppi hanno parlato di questa storia e già troppe sono le interpretazioni errate che sono state elaborate. Lasciamo gli addetti ai lavori compiere le proprie mosse e speriamo che il tempo ci porti chiarezza”. “Sono episodi questi che crediamo non debbano appartenere a nessuna realtà amministrativa – afferma una signora che sta per entrare a lavoro – a maggior ragione a una realtà piccola come la nostra, così il rischio di uscire poveri e bastonati è elevato”. Effettivamente il rischio di vedere lasciare a terra la piccola amministrazione c’è, eccome se c’è. Il patto di stabilità e le misure di restrizione economica prese in passato avevano già da tempo tappato le ali al piccolo comune, oggi ad aumentare il peso della zavorra ci sono tutte le indagini del caso. E’ la vena pessimistica che prevale sull’ottimismo, è l’ipotesi di un commissario che sieda sulla poltrona in pelle, è l’amaro in bocca che lasciano alcuni commenti indiscreti postati qua e la sui social network, è con molta probabilità, l’acre odore dell’illegalità che porta a ragionare i cittadini in un certo modo. Il tempo ci restituirà la verità e anche un futuro.

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