IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-03-20
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Sfrattato il bar di Niccioleta Il Comune da due anni cerca di riprendersi il fondo: la società non ha mai pagato l’affitto
di Alfredo Faetti NICCIOLETA Uno sfratto che va avanti da due anni, tra scadenze non rispettate e passaggi di società. Da una parte c’è il Comune di Massa Marittima, proprietario del fondo; dall’altra ci sono almeno due società che non vogliono mollare la presa, nonostante l’accusa di morosità e la scadenza della concessione. Nel mezzo c’è il piccolo centro di Niccioleta, nascosto tra i boschi delle Colline Metallifere, e una delle sue (poche) attività commerciali. Si tratta di un bar-alimentari, a cui l’amministrazione ha deciso di togliere l’autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande. Una mossa a fil di legge con cui l’ente spera di arrivare alla fine di una diatriba che va avanti da tempo. Senza un fondo in cui esercitare l’attività infatti viene a mancare un requisito fondamentale per il rilascio dell’autorizzazione. E visto che la concessione è scaduta da due anni il Comune ha il potere di intervenire in questo senso. Perché nonostante le scadenze ormai passate, gli arretrati negli affitti e tutti gli altri aspetti di questa vicenda, in quei fondi tutt’oggi va ancora avanti la somministrazione di caffè, pranzi e così via. Tutto parte nel 2005, quando l’allora amministrazione firma una concessione di cinque anni per la gestione dei locali di sua proprietà a Niccioleta, con la possibilità di prorogare il rapporto di altri cinque anni. Questa opzione però non si è concretizzata, visto che gli accordi presi (legati ai canoni) non sono stati rispettati dal concessionario. La convenzione scade così nel 2010 e due anni dopo l’amministrazione attuale ha fatto recapitare alla società una diffida al fine di saldare i pagamenti, senza risultato. Contemporaneamente però entra in scena un’altra società, che invia una nota al Comune in cui spiega di aver costituito (sempre nel 2012) una Ati associazione temporanea d’impresa) con il concessionario per cogestire i locali e chiedendo nuovamente la proroga. L’amministrazione però per la seconda volta ha risposto picche, non solo per gli arretrati, ma anche perché la proroga può essere rilasciata soltanto alla controparte della concessione, ovvero la società che ha firmato nel 2005. Ciononostante, il nuovo privato ha continuato e sta continuando a lavorare nei fondi di Niccioleta, che il Comune al contrario vorrebbe riprendersi per poterli concedere in gestione a un soggetto a suo giudizio più affidabile. Qui arriva l’intuizione. Infatti, come riporta l’ordinanza, «la disponibilità dei locali nei quali svolgere l’attività costituisce presupposto indispensabile per ottenere l’autorizzazione all’apertura ed esercitare legittimamente l’attività ed il cui venir meno costituisce giusta causa per disporre la chiusura sia dell’esercizio di somministrazione, sia di quello di vicinato». E visto che la concessione è scaduta e che, di fatto, la società non avrebbe sulla carta dei fondi dove poter esercitare, ecco che il Comune può revocare l’autorizzazione con effetto immediato. Una mossa che potrebbe segnare l’epilogo della vicenda.