IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-03-18
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Soldi bloccati, incontro da Monti «Gli sottoporremo il problema»
L’impegno dei parlamentari toscani di Scelta civica. Interpellanze urgenti per la firma del decreto ma nessuno si sospende lo stipendio come proposto da Rossi. I renziani del Pd: è un’azione da grillini
PAOLO FONTANELLI Il presidente della Regione dovrebbe chiedere un incontro al premier e organizzare presidi davanti a palazzo Chigi
di Ilaria Bonuccelli Stasera Mario Monti parlerà dell’alluvione di novembre. Si occuperà dei 110 milioni per la ricostruzione non ancora stanziati per Massa e Maremma. Gli sottoporranno il problema i parlamentari della sua lista – Scelta civica – eletti in Toscana in un incontro a Roma. Andrea Romano, referente regionale del premier, annuncia «l’iniziativa diretta» in aggiunta alla sospensione degli stipendi dei parlamentari (toscani) proposta dal presidente della Regione. E liquidata, però, da molti neo-eletti del Pd (soprattutto renziani), come una provocazione di stampo «grillino». I parlamentari toscani, insomma, non sembrano intenzionati a sospendersi l’indennità. Perché non ritengono questa strada la più efficace per spingere Monti a firmare il decreto che deve trasferire alle regioni alluvionate i 250 milioni inseriti in Finanziaria dal Parlamento già a dicembre. E, da destra a sinistra, propongono forme di proteste alternative: da interpellanze urgenti al presidio davanti a palazzo Chigi lanciato dal deputato Pd Paolo Fontanelli. L’incontro con Monti. Di sicuro, l’alluvione sarà sottoposta all’attenzione del presidente del consiglio già stasera. L’impegno è di Andrea Romano: «Come parlamentari toscani di Scelta civica incontriamo il premier questa sera a Roma. E gli parleremo dei fondi non trasferiti alle regioni alluvionate, anche per verificare i motivi tecnici per i quali il decreto ancora non è firmato. Credo che questa iniziativa dovrebbe riuscire a facilitare una soluzione rapida del problema. Poi, se servisse potremmo procedere anche con il congelamento delle indennità come propone il presidente Rossi. Ovviamente parlo anche a nome dei miei colleghi eletti in Toscana, il deputato Edoardo Nesi e la senatrice Stefania Giannini». Presidio a palazzo Chigi. Secondo il deputato Paolo Fontanelli, sospendere lo stipendio ai politici non è la via più efficace per fare pressing sul premier. «Il modo migliore che Rossi ha per ottenere la firma del decreto – suggerisce il parlamentare – è chiedere un incontro a Monti e presentarsi con tutti i parlamentari toscani. Non credo che la situazione si possa sbloccare con iniziative politiche lontane da Roma. Io sono stato sindaco (a Pisa) e ogni volta che ho avuto un problema ho chiesto un incontro con il diretto interessato. Quando non l’ho ottenuto mi sono presentato lo stesso». Quindi Fontanelli suggerisce a Rossi di organizzare un presidio davanti a palazzo Chigi con i parlamentari se Monti non lo riceve o non gli dà risposte. Inoltre lo invita a «far presente il problema al presidente della Repubblica quando domenica sarà a S. Anna per commemorare le vittime dell’eccidio nazista. Potranno essere presenti anche i sindaci delle zone alluvionate e chiedere a Napolitano di far arrivare a Monti l’appello a sbloccare il decreto». Niente iniziative da grillini. Niente sospensione dello stipendio, dunque – dice Federico Gelli (Pd) – ci fa «sembrare che si rincorra il grillismo. Oltretutto se utilizziamo questa forma estrema di protesta, che cosa dovremmo fare per richiamare l’attenzione sui cassaintegrati o su altre situazioni drammatiche che si potrebbero verificare?». Anche per Edoardo Fanucci, neodeputato trentenne del Pd (di fede renziana come Gelli) la sospensione dello stipendio «appare un modo di fare un po’ grillino. Capisco lo spunto di Rossi: serve per accendere i riflettori sulla questione, anche se con noi parlamentari del Pd non sarebbe stato necessario. Avrebbe potuto convocarci tramite il partito. E ora lo faremo: ci coordinerà Andrea Manciulli che oltre a essere deputato è segretario regionale del partito. Come forza di maggioranza alla Camera dobbiamo agire diversamente: perciò presenteremo un appello al governo a firmare il decreto». Un appello – aggiunge Gelli – da far sottoscrivere anche agli altri partiti. Non solo toscani «perché l’emergenza – ricorda Fanucci – può toccare anche altre zone». Iniziativa analoga sarà presa al Senato assicura la neoeletta del Pd Rosa Maria Di Giorgi: «Come senatori del Pd presenteremo una lettera a o un ordine del giorno che sottoporremo alle altre forze politiche. Ma non sono d’accordo con iniziative estemporanee come la sospensione dello stipendio. In Parlamento bisogna adottare iniziative istituzionali». Rincara il deputato grossetano Luca Sani (Pd): «La sospensione dello stipendio è una soluzione populista che va di moda in questo periodo, ma il nostro compito è svolgere al meglio le funzioni istituzionali per le quali siamo pagati. Io sono già intervenuto sulla presidenza del Consiglio e ora cercherò di capire che cosa blocca il decreto». Interpellanze urgenti. A questo proposito Riccardo Mazzoni, neo senatore del Pdl propone: «Alla prima seduta in Senato dovremmo proporre un’interpellanza urgente sul blocco dei fondi, in modo da costringere il governo a risponderci in pochi giorni. Mi consulterò con gli altri colleghi toscani perché l’ iniziativa deve essere collegiale». Alla Camera, dice la neodeputata di Sel Martina Nardi serve interpellanza analoga: «Giovedì ci incontreremo con gli eletti toscani e valuteremo come agire. Posso capire anche la provocazione di Rossi sulla sospensione dello stipendio, ma ha senso solo se questo governo, in carica per l’ordinaria amministrazione, ha davvero il potere di sbloccare i fondi per le zone alluvionate». Il no dei grillini. Di sicuro raccolgono la proposta di Rossi i rappresentanti del M5S. Lo conferma la senatrice Laura Bottici di Carrara: «Perché Rossi non chiede al suo presidente del senato e al suo partito di fare pressione sul governo? Perché chiede aiuto ai parlamentari quando ha in mano lui la Regione? Oltretutto è quella Regione che a Massa ha voluto l’ospedale nuovo in una zona da bonificare che si allaga in continuazione».