IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto
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2013-03-16
VIABILITÀ-TRASPORTI
Treni soppressi, la rabbia dei pendolari
GROSSETO «Aiutateci a non far morire la nostra ferrovia». Contro il taglio di due Frecciabianca ventilato per il mese prossimo sulla tratta Tirrenica e che potrebbe tagliar fuori (se confermato) due convogli veloci – il 9762 che passava da Grosseto verso nord alle 8,22 e il 9765 che transitava alle 21,54 verso sud – i pendolari si compattano e fanno pressing sulle istituzioni, chiedendo a breve un incontro in Regione. È una protesta di massa, che cerca alleati forti e che è letteralmente esplosa nelle ultime ore, per dire no a un nuovo, pesante impoverimento delle infrastrutture in Maremma. «Siamo convinti – sbotta il comitato pendolari di Grosseto – che vadano messe in campo tutte le mobilitazioni di Comuni, Provincia, Regione e Parlamento, dei mezzi di informazioni e dei cittadini per fermare uno smantellamento della linea Tirrenica che causerebbe una serie di problemi». Quali? «Un isolamento del territorio con seri rischi per le attività lavorative della nostra area; un grandissimo danno economico alla stagione turistica che si aprirà a Pasqua e culminerà d’estate; notevoli disagi al tessuto sociale delle aree che verrebbero saltate, alcune già colpite dall’alluvione. E gravi conseguenze sul piano della mobilità lavorativa e sociale». Dalla Maremma è un coro unanime: professori universitari, studenti, ingegneri, lavoratori comunali, funzionari: finora partivano alle 8,22 da Grosseto. Dal 14 aprile pare resteranno a piedi, a meno di smentite o retrofront di Trenitalia. «La ventilata ipotesi della deviazione sulla dorsale appenninica (Roma-Firenze) di alcuni pendolini fin qui attivi sulla linea tirrenica – dice l’ingegner Valerio Cutini dell’università di Pisa – non si tradurrà solo in un pesante disagio per i molti che a Grosseto usano il treno per i propri spostamenti: renderà più difficile a coloro che lavorano in altre città risiedere a Grosseto; renderà più difficile a coloro che risiedono in altre città lavorare a Grosseto; renderà più difficile ai grossetani spostarsi e a tutti raggiungere il nostro territorio. Non sarà solo un disagio: sarà una perdita di opportunità, una perdita di risorse, per Grosseto ed il territorio toscano. È doveroso che gli enti territoriali e gli amministratori locali assumano una posizione forte rispetto all’accessibilità ferroviaria del nostro capoluogo e alle strategie di Trenitalia che da anni relegano Grosseto al rango di scalo ferroviario minore». «Prendo i treni da una vita e da poco più di un anno a questa parte godo dei collegamenti veloci che da Grosseto mi portano a Pisa per lavoro – dice anche Fabrizio Paganucci, altro docente dell’ateneo pisano – Io sono interessato a mantenere questi collegamenti, ma la loro possibile soppressione non sarebbe uno smacco solo per me o per alcuni pendolari. In stazione mi soffermo ad osservare chi sale o scende: molti hanno bagagli che tradiscono l’arrivo da un viaggio aereo, verosimilmente dagli aeroporti di Fiumicino e di Pisa. Poter raggiungere Grosseto da un vivace scalo lowcost o da un aeroporto intercontinentale in poco tempo è un asset economico formidabile per una provincia con una fortissima vocazione turistica come la nostra». Poi c’è Emanuele, 41 anni, commerciante. «Ho avviato un’attività commerciale a Livorno nel 2007; ho vissuto a Livorno per un paio d’anni, poi per motivi di lavoro di mia moglie mi sono trasferito a Grosseto, tanto attraverso l’Eurostar in 55/60 minuti sarei stato a Livorno e viceversa sarei tornato a Grosseto, come ho fatto in questi due anni. Oggi mi ritrovo a rivedere le scelte di un intera famiglia».