PANORAMA POLITICO
A giudizio Canuti e l’architetto Gorelli. L’accusa è di corruzione aggravata.
A giudizio per concorso in corruzione aggravata l’ex assessore all’urbanistica Moreno Canuti (nella foto) e l’architetto Gianfranco Gorelli. Così ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Valeria Montesarchio, accogliendo la richiesta del PM titolare dell’inchiesta, Stefano Pizza.
Accuse pesanti per l’ex componente della prima giunta Bonifazi, che secondo l’impianto accusatorio avrebbe utilizzato la sua posizione, il suo ruolo all’interno della macchina amministrativa, per fare in modo che l’incarico di redigere il regolamento urbanistico (incarico peraltro di un valore pari a 263 mila euro) venisse affidato all’architetto Gorelli e alla sua squadra di collaboratori, ricevendo in cambio alcune volumetrie residenziali e interventi di recupero e trasformazione su terreni di proprietà dei suoi familiari.
Per far consegnare l’incarico al professionista, a scapito di altri professionisti, alcuni dei quali ritenuti dalla procura più titolati, Canuti avrebbe commesso una lunga serie di violazioni, tra codice degli appalti e procedure interne, insistendo con lo stesso primo cittadino, con gli altri componenti della giunta e addirittura con i tecnici interni del Comune, riuscendo così nel suo scopo.
Accuse pesanti come macigni, che rischiano di scardinare un documento fondamentale dell’attività amministrativa dell’intero Comune come è appunto il regolamento urbanistico.
Nel fascicolo dell’accusa ci sono informative, dichiarazioni, email, planimetrie, tabulati telefonici, intercettazioni e consulenze tecniche.
Tutto questo dovrà essere portato in dibattimento di fronte al tribunale in composizione collegiale il prossimo 29 maggio. «Riteniamo che non sia stato commesso alcun reato — ci dice l’avvocato Domenico Rechichi, che difende Canuti — è una questione di interpretazioni.
All’udienza preliminare, comunque, si valuta soltanto la sostenibilità di un’accusa, non si esprime alcun giudizio sulla sua fondatezza.
E secondo noi non c’era neppure la sostenibilità. Le indagini sono state molto accurate ed è nostra convinzione che anche sulla base di queste, compreso il contenuto delle intercettazioni telefoniche e ambientali dalle quali non è emerso nulla, la questione potesse chiudersi subito».
L’architetto Gorelli è difeso invece dall’avvocato Neri Pinucci del foro di Firenze.
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Purtroppo è una storia già vista e rivista in altri comuni, ci sono faldoni pieni di fatti e circostanze ben documentati anche dalle nostre parti; occorre solo la prima tessera del domino, poi sarà un effetto valanga, un crollo totale e inesorabile, una pulizia minuziosa, un rogo purificatore.
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