tratto da www.lanazione.it
di Cecilia Marzotti e Lucia Agati
PRIMA LA RELAZIONE durissima della commissione parlamentare d’inchiesta, che alla fine del suo mandato, ha accusato la Toscana di aver aumentato i ticket sanitari per coprire i deficit di bilancio. Poi l’iniziativa del procuratore capo di Massa, Aldo Giubilaro, con l’invito rivolto alle altre procure toscane per cercare un comune denominatore sui buchi nei conti delle aziende sanitarie.Nel mezzo altre inchieste aperte come quella all’Asl di Siena, altri summit tra magistrati per tirare i fili di una matassa ingarbugliata, nuovi avvisi di garanzia. Per la sanità della Toscana è la stagione più difficile, considerando che anche il governatore Enrico Rossi è indagato per la voragine milionaria dell’Asl apuana.
Dietro le inchieste, però, restano ancora punti di chiarire. Come il ruolo di Niccolò Persiani, consulente della Regione e socio della Taitle, l’uomo che revisionava i bilanci e dettava le linee contabili delle Asl. Non ha mai parlato con i magistrati, si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere. E respinge anche tutte le richieste di interviste, nonostante sia un uomo chiave anche per la commissione parlamentare.
SEQUESTRI in contemporanea all’Asl7 di Siena e a quella di Pistoia relativi ai passati bilanci. Indagini differenti che viaggiano su binari diversi con numerose analogie con l’inchiesta di Massa. E proprio nella città del Palio il pm nella giornata di ieri ha aperto un fascicolo contro ignoti. L’ipotesi di reato è: «falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici».
Le indagini, affidate alla Guardia di Finanza, a Siena partirono l’anno scorso e sono relative al buco da dieci milioni di euro nel bilancio 2011 dopo l’esposto dell’allora nuovo dg all’Asl 7 Nicolò Pestelli. Fin da subito furono fatti sequestri documentali. E più le Fiamme gialle «studiavano» e più emergevano elementi che stridevano tra di loro. A fronte di questo nella giornata di ieri gli investigatori sono tornati nella sede dell’azienda sanitaria locale senese e hanno preso altra documentazione. E oggi ci ritorneranno perché vogliono capire quando il tutto sia iniziato. Non credono, infatti, che il buco sia limitato al 2011. Un’ipotesi investigativa che un mese fa aveva visto un summit tra i magistrati di Massa, Siena e Pistoia proprio alla procura di quest’ultimo capoluogo toscano. I magistrati si erano confrontati sulle analogie emerse nel corso dei loro differenti accertamenti.
UNA VOLTA rientrati nelle rispettive sedi avevano dato altri input alle rispettive Finanze e così ieri oltre a Siena sono stati fatti sequestri anche nella sede della direzione aziendale della Asl 3 di Pistoiaper acquisire il materiale relativo ai bilanci del 2011 e del 2010. Quando l’opera della Finanza era conclusa, nel primo pomeriggio, è arrivato anche Alessandro Scarafuggi, ex dg prima della Asl 1 apuana, poi dell’azienda pistoiese fino all’arresto nel maggio scorso, quando fu sottoposto per alcune settimane ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul maxi «buco» della Asl di Massa. A Scarafuggi sono stati notificati ieri due nuovi avvisi di garanzia che ipotizzano il reato di falso in atto pubblico, relativamente ai bilanci 2011 e 2010 della Asl pistoiese. Il suo legale, l’avvocato Federico Bagattini fa notare però che la telefonata intercettata dagli inquirenti, dove si parlava della necessità di «aggiustare» il bilancio 2010 della Asl 3, che giustificò gli arresti domiciliari, risultava su un’utenza telefonica dell’Asl 3 in uso a un altro dirigente e non al direttore. A sostegno di questa affermazione aveva prodotto l’attestazione della direzione aziendale pistoiese.