tratto da   www.liberoquotidiano.it
di Fausto Carioti

 

 

Napolitano verso la resa: al voto il 9 giugno?

 

La condanna al Cav è un colpaccio al governissimo: Re Giorgio ammette le difficoltà e sa che la sentenza rischia di far affondare ogni possibile intesa.

 

 

Condannato a un anno di carcere Berlusconi, condannati a non nascere le larghe intese e il governissimo. Con la differenza che almeno stavolta il Cavaliere se la caverà con la prescrizione, attesa per metà settembre, mentre tolto di mezzo l’accordo tra Pd e Pdl restano solo le elezioni anticipate e il probabile trionfo di Beppe Grillo. Il Pdl e il suo leader accreditano i magistrati delle peggiori intenzioni («Una parte della magistratura ha deciso di cancellare dalla vita politica e sociale un cittadino di nome Silvio Berlusconi», Alessandra Mussolini dixit).

 

Quali che siano gli intenti delle toghe, gli effetti sono chiari: nel momento in cui il centrodestra si presenta dinanzi al Quirinale come forza responsabile e di governo, e al Pd si chiede di aprire una fase nuova in nome della governabilità e di dimenticare venti anni di antiberlusconismo trascorsi con la bava alla bocca, agli occhi del popolo di sinistra le procure trasformano il Cavaliere nel grande paria, l’intoccabile della politica. 

 

La condanna di Silvio Berlusconi nel caso Unipol è un colpaccio al governissimo. E Giorgio Napolitano lo sa, e ammette la difficoltà: “Com’è difficile in questa nebbia”. Ora, dopo la pronuncia delle toghe, l’intesa tra Pdl e Pd si fa sempre più difficile. Ed è in questo contesto che prende sempre più piede l’ipotesi di tornare subito alle urne. C’è anche già una prima ipotetica data: il 9 giugno.

 

 

 

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