
Ex Molendi in bilico il Tar si riserva il giudizio. Ci vorranno dai dieci ai quindici giorni per avere la sentenza sull’area a fianco del Duomo: in ballo un risarcimento da 5 milioni e mezzo
di Alfredo Faetti
La discussione c’è stata, con le due parti a dare le loro versioni della vicenda nelle stanze del Tar. Ma per sapere il verdetto da cui dipende il futuro di Massa Marittima occorrerà aspettare ancora qualche giorno: il giudice infatti si è riservato la decisione sul ricorso presentato dalla società immobiliare Porta al Salnitro contro l’amministrazione sulla vicenda dell’area ex Molendi.
Rimane quindi tutto in bilico per ora: sia la richiesta di risarcimento da cinque milioni e mezzo di euro presentata dal privato, sia il futuro della comunità massetana che si troverà ad affrontare problemi seri nel caso in cui il tribunale accolga la richiesta. Dieci o quindici giorni: è questo il lasso di tempo che il magistrato si è riservato questa mattina a termine dell’udienza.
Prima ha ascoltato le parti, tra cui gli avvocati dell’amministrazione Luciano Giorgi (del foro di Grosseto) e Duccio Maria Traina (di quello di Firenze). In questo periodo il giudice studierà a fondo la questione, che nel quadro normativo è strettamente tecnica. Riguarda un progetto, approvato agli inizi degli anni ’90, che prevedeva la realizzazione dell’area ex Molendi, proprio al fianco del duomo di San Cerbone, di due parcheggi a cielo aperto e di volumi annessi, comprendenti un centro commerciale, un’autorimessa interrata, una torre ascensore per accedere al sagrato della basilica e opere di raccordo della viabilità per accedere all’autorimessa.
Un progetto di cui se ne è mai fatto nulla, con la società che ha stimato i danni della mancata attuazione in cinque milioni e mezzo di euro. Gli stessi che ora chiede al Comune, ritenuto colpevole di come sono andate le cose.
Certo, nel caso in cui il ricorso venga accolto, l’amministrazione non dovrà staccare un assegno unico di quella cifra. Così come è stato per il debito Pizzarotti, è probabile che studierà un sistema di pagamento spalmato nel tempo da trattare con la società. Ma è ovvio che cinque milioni e mezzo di euro non sono noccioline semplici da mettere insieme.
Sempre per fare un confronto, per saldare la società Pizzarotti sulla vicenda della costruzione del carcere, il Comune ha impiegato quasi dieci anni. E in quel caso si trattava “solo” di un milione e 800mila euro.
In questo caso la faccenda sarebbe molto più seria. Il Comune dal canto suo ha sempre difeso l’operato delle varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Ora non resta che aspettare la decisione del giudice, ben consapevole che dalla stessa dipende buona fetta del futuro di Massa Marittima.
Aspettiamo con doverosa prudenza la decisione che intenderà assumere il TAR della Regione Toscana. Credo che nessuno, in cuor suo, auspichi una condanna per il Comune. Anche perchè nell’immediato il possibile risarcimento di 5,5 milioni di Euro, anche se dovessero essere spalmati in più annualità (non oltre 3 per legge, se non ricordo male), saranno a carico dei contribuenti locali.
In caso di condanna andrà verificato il dispositivo della Sentenza ed il Comune dovrà far valutare ad un proprio legale di fiducia se esistono le condizioni oggettive per un ricorso in appello al Consiglio di Stato.
Qualora infatti gli organi politici dell’ente, in mancanza di normale prudenza nel prevedere l’esito della lite, facciano un ricorso in appello, ponendo in essere una condotta processuale avventata e priva di giustificazione, si esporrebbero al rischio di aver promosso una lite temeraria, con l’insorgenza di possibili aggravanti in caso di successivo giudizio contabile (cfr. Sentenza 12 Febbraio 2007 Sezione Giurisdizionale per la Regione Veneto della Corte dei Conti).