Nella seconda metà degli anni novanta, l’amministrazione comunale di Massa Marittima approvò un progetto per la riqualificazione funzionale e l’accesso al complesso monumentale di San Cerbone, da realizzare nell’adiacente area di proprietà dell’impresa “Molendi Srl”, finanziato in quota parte con i finanziamenti dell’evento giubilare del 2000; il progetto prevedeva la realizzazione di due parcheggi a cielo aperto e di volumi annessi, comprendenti un centro commerciale, un’autorimessa completamente interrata, una torre ascensore per accedere al sagrato della Basilica ed opere di raccordo della viabilità per accedere all’autorimessa.
Il progetto fu duramente contestato da cittadini, costituitisi in comitato, associazioni ambientaliste ed importanti ed ascoltati opinionisti (come Pietro Citati), perchè realizzato in un’area caratterizzata da estrema vulnerabilità; negli elaborati preliminari del Piano Strutturale del Comune, tale area veniva definita “ad elevata pericolosità con fenomeni franosi in atto e potenziali”, cosa confermata dalle indagini commissionate ad un geologo locale (Relazione n.319/Tec del 18.7.1998). Il progetto fu comunque approvato in consiglio comunale il 14.10.1998.
Il 28.12.1998 fu approvata la convenzione, stipulata appena due giorni dopo, che consentiva al Comune di demolire a proprie spese i fabbricati di proprietà della Molendi Srl, assumendo a proprio carico tutti gli oneri finanziari derivanti dagli eventuali imprevisti che fossero sorti nel corso di esecuzione dell’intervento.
Il progetto, a causa di difficoltà tecniche ed amministrative, concretizzatesi attraverso successivi interventi dell’Ufficio Centrale per i Beni Ambientali e Paesaggistici, della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici delle Province di Siena e Grosseto, dell’Ufficio Centrale per i Beni Archeologici, Architettonici, Artistici e Storici, che richiese vari pareri al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, non è stato mai realizzato.
L’allora Sindaco, ora onorevole PD, Luca Sani, nonostante la visita del 20.4.1999 a Massa Marittima dell’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri (che lo aveva invitato a soprassedere all’intervento in attesa di ulteriori indagini geologiche, preannunciandogli la possibile apposizione di un vincolo paesaggistico, poi notificato in data 30 Giugno e parzialmente modificato in data 2.8.1999), ritenne opportuno procedere alla demolizione dei capannoni, assumendo a carico del Comune i possibili maggiori oneri, come da convenzione stipulata in data 30.12.1998
Nonostante la stipula di un atto di transazione, approvato in consiglio comunale in data 18 Febbraio 2003 e poi parzialmente revocato in data 8.10.2008, il Comune e la Proprietà (che ha cambiato la propria denominazione in “Immobiliare Porta al Salnitro Srl”) non hanno raggiunto alcun accordo; quest’ultima, nel Maggio 2010, ritenendosi danneggiata, ha attivato la procedura arbitrale prevista dalla convenzione stipulata tra le parti nel Dicembre del 1998, chiedendo un risarcimento di ben 5 milioni e mezzo di euro al Comune di Massa Marittima.
Ma il Collegio Arbitrale, pronunciandosi secondo le aspettative del gruppo consiliare “MASSA COMUNE”, formulate in una specifica e dettagliata mozione consiliare, si è dichiarato incompetente a dirimere le controversie intercorse tra le parti nella realizzazione del parcheggio di Piazzale Mazzini; le stesse dovevano essere risolte nell’ambito della più idonea giurisdizione del TAR della Regione Toscana. Ne è scaturito un nuovo ricorso al TAR da parte della proprietà, con la medesima richiesta di risarcimento di 5 milioni e mezzo di euro al Comune di Massa Marittima.
Oggi 6 Marzo, in via Ricasoli a Firenze, ci sarà la prima udienza; una eventuale sentenza sfavorevole al Comune potrebbe segnarne il definitivo tracollo economico e finanziario; i Massetani più attenti hanno capito che la situazione è GRAVISSIMA e che incombe su di loro un vero e proprio DRAMMA.
Nel frattempo, l’onorevole PD Luca Sani, PER IL SUO INSTANCABILE E PROFICUO IMPEGNO PER MASSA E LA PROVINCIA DI GROSSETO, è stato nuovamente confermato membro della Casta.
Ma qualcosa, questa volta, sta davvero cambiando.