CORRIERE DI MAREMMA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

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2013-03-01

 

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Grosseto Scoppia il caso buonuscita per l’addio dei profughi alle strutture d’accoglienza

 

L’emergenza profughi è tutt’altro che finita. Ieri il progetto d’accoglienza è scaduto e da oggi anche i 113 migranti in provincia di Grosseto dovranno abbandonare le strutture che li hanno accolti fin qua. Su questo punto le direttive arrivate dal Governo e inoltrate dalle Prefetture sono state chiare: i profughi dovranno lasciare entro questa mattina le strutture d’accoglienza, altrimenti niente buonuscita. E proprio quei soldi, anche se non serviranno a dare certezze sul futuro, ieri hanno fatto discutere. I migranti hanno minacciato di non lasciare le strutture senza prima averli visti, mentre la Prefettura ha promesso il pagamento solo dopo l’uscita. Questa mattina, ad esempio, il Coeso anticiperà i soldi della buonuscita ai migranti ospitati a Grosseto, che entro le 11 dovranno aver definitivamente lasciato la struttura di via Trento. “Nessuno dei 7 ragazzi gestiti a Grosseto – spiega Fabrizio Boldrini, direttore di Coeso Sds – dormirà per strada. Stiamo cercando di seguirli e aiutarli sia nell’immediato che per il futuro. Per chi ha deciso di spostarsi altrove abbiamo preparato, grazie anche ai volontari, cibo e altri aiuti, mentre a chi deciderà di rimanere cercheremo di dare una mano a trovare casa e a fare da garanti con il proprietario”. Fascia dei vulnerabili Un trattamento speciale è previsto per i minori non accompagnati, ai quali il Ministero ha destinato 2,5 milioni di euro per l’assistenza anche oltre il 28 febbraio. A far discutere è invece la promessa relativa alla fascia più debole, ai cosiddetti vulnerabili, ovvero famiglie con minori e persone che hanno subito traumi o violenze. Per loro sarebbe prevista l’accoglienza in strutture in attesa di essere inseriti nella rete Sprar, che al momento conta però pochi posti disponibili in tutta Italia. Ma su questo punto non c’è alcun impegno economico concreto e non si capisce come e quando l’inserimento potrà essere fatto. Il delegato dell’Anci all’immigrazione, Flavio Zanonato, ha chiesto di aumentare i posti Sprar a disposizione da 3700 a 5000. Intanto oggi anche l’unico ragazzo inserito nella fascia dei vulnerabili tra i 7 ospitati a Grosseto e quindi avente diritto all’accoglienza prolungata, dovrà abbandonare la struttura di via Trento. Probabilmente gli verrà trovata un’altra struttura. Ma il suo futuro è incerto, come quello di tutti gli altri. La protesta dell’Arci Anche la comunicazione che ha accompagnato gli sviluppi di quest’emergenza ha poco di organizzato e sa molto di passaparola. “Abbiamo saputo delle direttive dalla Sds Amiata Grossetana – dice Christian Sensi, presidente provinciale Arci – e così come ce l’hanno detto lo abbiamo ripetuto ai pochi ragazzi africani che conoscono l’inglese”. L’Arci gestisce in provincia, tramite la Sds Amiata, i 15 ragazzi accolti a Cinigiano. “Dovranno tutti lasciare la struttura. Per forza. Dispiace perchè ci potevano dare direttive più precise e più chiare. A noi invece è stato delegato tutto, anche l’anticipo dei soldi. Stiamo ancora aspettando di ricevere i rimborsi dei soldi anticipati da marzo 2012 a oggi”. E proprio l’Arci ha diffuso ieri un comunicato stampa dove afferma di aver “deciso di inviare una lettera alle prefetture, anche come forma di autotutela, in cui si fa presente che nei centri sono ancora presenti persone non in grado, una volta fuori, di costruirsi una vita autonoma, anche per le carenze delle autorità rispetto alla dotazione di strumenti in grado di garantire l’effettivo accompagnamento all’integrazione e all’inserimento sociolavorativo. Pertanto l’associazione continuerà a fornire i servizi stabiliti dalle convenzioni agli ospiti del sistema Ena che alla data del primo marzo, conclusi i tentativi di concordare l’uscita con il contributo dei 500 euro, si troveranno all’interno dei centri”. Via dalle struttureL’instabilità del nuovo Governo dopo le votazioni rende ancora più incerta la vicenda, che finirà per ricadere sugli enti locali. L’emergenza dunque è tutt’altro che finita e oggi sarà una giornata molto intensa. A Massa Marittima, dopo le proteste dei mesi scorsi, la polizia seguirà l’uscita dei migranti dal Sant’Anna sperando di non dover intervenire. Loro invece si chiederanno dove dormire e cosa mangiare. Ma la risposta sembra essere meno scontata di quanto si pensi.

 

Marco Bigozzi

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